giovedì 27 maggio 2010

Abbasso i matusa.

Per quanto la vita sia una cosa piuttosto gradevole, se vissuta evitando gorilla in cattività, a volte mi sento triste. Spesso però sono allegro. Poi, raramente, torno triste. E così via.

Detta così sembra una cosa normale ma i miei momenti di tristezza coinvolgono una scolaresca delle elementari e un teaser. È così che mi distraggo.

Quando sono nato dicevo le parolacce e l'ostretica mi sgridava. Poi mi percuoteva sul culetto. Poi mi legava ad una croce di plastica e mi frustrava con un biberon in latex. Cose che succedono, quando nasci in un monastero.

È da allora, comunque, che la mia vena malinconica s'è allungata, ingrossata, fino a guadagnarsi quello stupido d'un aneurisma sentimentaloide, che sono solito sfogare arpionando delfini.

È buona la carne di delfino. Ricorda un po' quella di panda ma non per questo ci metterei tutta quella maionese.
I delfini più stupidi sanno anche comunicare fra di loro. Nessuno di loro, però, ti ammorba troppo col finale di Lost.

Col tempo ho capito alcune cose sul vivere da essere umano, tutta una serie di precetti che non vi sto qui a dire ma che posso riassumere in: i logaritmi sono utili, certo, ma dove sono quando hai un attacco d'asma dentro una vasca di squali?

(A proposito: anche gli squali sanno comunicare tra di loro. Non fanno altro che chiedersi: "Ho qualcosa sulla schiena per caso?")

Le mie sono certezze vague. Puoi dirlo forte, amico (?). Sono castelli di sabbia, intrisi d'acqua, erosi dalle onde e costruiti sul clitoride di Lady Gaga. Vengon giù con niente.

E spesso la mia malinconia scaturisce da questioni globali, tipo: il surriscaldamento globale è un bel casino, qui stiamo facendo danni a tutti, come sono triste, sigh.

Cose da emo, direte voi. Ho chiesto ad un emo che ne pensa, dice che son cose da voi.

Sono attimi di tristezza liofilizzata, che esplode in un secondo riempiendoti la vita per poi non lasciare traccia di se.

Che è anche la biografia politica di Veltroni, ora che ci penso.

O la cronaca di una polluzione notturna.

Ecco: Veltroni è stato un attacco di polluzione notturna di Eugenio Scalfari.

Toccherà a Prodi lavargli le mutande, ancora una volta.

(Come sono arrivato a parlare di sperma? Ah, già, parlavamo di disagi giovanili. Ma chissenefrega, continuamo con lo sperma!)

***

Lo sperma. Lo sperma è stato inventato nel 1982 da Alfredo Sperma, un ciociaro che stava cercando una cosaccia con cui imbrattare la faccia di tutti quelli che lo sfottevano per il suo nome-sborra. Lo sperma si ciba di muschi, licheni e anguille. Secondo gli esperti, la parola sperma fa parte del lessico da evitare durante una dichiarazione d'amore.
Due mesi fa Time ha eletto sperma uomo dell'anno, dedicandogli una copertina piuttosto criticata.
Lo sperma è una sostanza commestibile e, si dice, saporita. Da molti anni è attiva una setta di neofiti spermosi che cerca di convertire l'umanità alla spermofagia. Tale società segreta è nota come I kebabbari birichini e le loro salse yogurt.

Pare che le riserve mondiali di sperma termineranno nel 2053, con la morte di Filippo Inzaghi.

Fine del post.



3 commenti:

  1. Ahahahahah come sempre ho cominciato a morire nel finale!

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  2. Ah ah ah, Punzy, non fare così! È de gustibus (così dicono delle mie amiche).
    Quanto a te e alla tua città, sappi che il prossimo anno capito a Roma :-D

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