lunedì 31 maggio 2010

Da ScaricaBile #31.

Cl Qaeda, Al Qomunione
You say potenti esplosivi, I say dio & fica


Alla cortese attenzione della direzione generale di al Qaeda Ltd,

sono Imaje Balabashi, membro dell'Organizzazione al Qaeda dall'ottobre del 1997. Circa un mese fa, il 24 aprile 2010, ho fatto recapitare alla sezione lombarda dell'Organizzazione la mia lettera di dimissioni dalla Stessa. Tale evento ha destato non poco stupore nel compagno Alhid, il segretario regionale che l'ha ricevuta. Egli, intriso di jihad fino al sacro buco del culo, mi ha prima offeso e poi accarezzato dolcemente, nella speranza che tali scossoni emotivi mi destabilizzassero. In effetti ebbi un déjà-vu: mi tornò in mente la prima volta che limonai con una delle nostre donne-kamikaze, sfortunatamente cinque minuti dopo la sua esplosione. Ma poco importa: Allah al tempo mi amava e io lo ricambiavo – e non poco.

Ora però, come avrò modo di spiegarvi, la situazione è cambiata.

Il compagno Alhid cercò di farmi cambiare idea con le minacce: mi disse che abbandonare l'Organizzazione non era così semplice, che comportava un'onta che Allah, Maometto e alcuni Digimon dell'ala dura, non avrebbero dimenticato.

Il motivo della mia decisione? Col tempo ho capito che, nel campo delle organizzazione integraliste col vizietto del potere politico, non siamo i migliori. Certo, abbiamo ucciso, fatto stragi e denigrato la democrazia, ma la concorrenza è agguerritissima. Siamo stati superati anche dalla C.I.A., per dire. E con quali risultati? Essere odiati da tutti indossando buffi turbanti.

Quando sette anni fa fui spedito in Italia per punire questa branca di infedeli avidi di pizza, ero nel pieno del mio fanatismo, felice come Bin Laden ad una riunione della Halliburton. L'idea di creare una piccola cellula estremista nel nord del paese, la parte più ricca e produttiva, era effettivamente geniale. Stavo organizzando l'attentato presso la stazione di Abbiate Grasso (cfr. Report sul nord Italia e su tutta quella figa infedele che però è un peccato uccidere) che fallì perché il nome del paese mi faceva ridere. E dovevo ancora passare per Merdone sul Garda!

Comunque. Mi ci vollero degli anni perché l'arretratezza della nostra struttura, dei nostri strumenti, mi si palesasse davanti agli occhi. Per mesi interi tentai di evitare tali pensieri: “tentazioni,” mi dicevo, “sarà il Diavolo o qualche giudeo a farmi pensare tali amenità”. Invece – ma questo lo capii più tardi – era la cruda realtà.


Ehi, il resto lo trovate sul 31esimo, grossissimo numero di ScaricaBile, lo accattate qui.


ScaricaBile #31.

Dopo soltanto 72 ore di massivo lavoro di squadra gratuito, insulti e minacce di abbandono totale e definitivo del progetto siamo lieti di annunciare l’uscita dell’epico numero 31 di ScaricaBile.
Sono 60 pagine, un enorme mosaico di richieste di querela abilmente camuffate da insulti gratuiti a questo o quell’altro personaggio meritevole di insulti gratuiti.
Ormai il peso del File non si misura più in megabyte, ma in chilogrammi.

E’ con il culo stretto per la paura della vostra reazione scomposta che dobbiamo confessare l’assenza del grande atteso, il summo vignettista che doveva donare lustro e onore a questa edizione ha preferito darci buca per andare al bar mitzvah di Dagospia. Praticamente una decapitazione.
Sarxx, la tua assenza pesa più di un tacco 12 di Giuliano Ferrara sul perineo.

Dedichiamo questo numero all'Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere il Paese migliore nonostante la loro classe dirigente, ma soprattutto alla classe dirigente che da quegli italiani si difende sbattendoglielo nel culo.


SCARICABILE N/31
(clicca con il tasto a forma di macelleria sociale)
Tranquilli il link vi porta alla nostra pagina di 4shared per scaricare


SFOGLIABILE




L'ALLEGATO MUSICALE

A questo link potrete scaricare una canzone Made in ScaricaBile (made in Francesca Ghio, Volpe, e Oriella Dorella, pseudonimo di una cantante che di firmare col suo vero nome questa cosa non ne ha alcuna intenzione) che vi farà compagnia durante la lettura.


Prefe

giovedì 27 maggio 2010

Abbasso i matusa.

Per quanto la vita sia una cosa piuttosto gradevole, se vissuta evitando gorilla in cattività, a volte mi sento triste. Spesso però sono allegro. Poi, raramente, torno triste. E così via.

Detta così sembra una cosa normale ma i miei momenti di tristezza coinvolgono una scolaresca delle elementari e un teaser. È così che mi distraggo.

Quando sono nato dicevo le parolacce e l'ostretica mi sgridava. Poi mi percuoteva sul culetto. Poi mi legava ad una croce di plastica e mi frustrava con un biberon in latex. Cose che succedono, quando nasci in un monastero.

È da allora, comunque, che la mia vena malinconica s'è allungata, ingrossata, fino a guadagnarsi quello stupido d'un aneurisma sentimentaloide, che sono solito sfogare arpionando delfini.

È buona la carne di delfino. Ricorda un po' quella di panda ma non per questo ci metterei tutta quella maionese.
I delfini più stupidi sanno anche comunicare fra di loro. Nessuno di loro, però, ti ammorba troppo col finale di Lost.

Col tempo ho capito alcune cose sul vivere da essere umano, tutta una serie di precetti che non vi sto qui a dire ma che posso riassumere in: i logaritmi sono utili, certo, ma dove sono quando hai un attacco d'asma dentro una vasca di squali?

(A proposito: anche gli squali sanno comunicare tra di loro. Non fanno altro che chiedersi: "Ho qualcosa sulla schiena per caso?")

Le mie sono certezze vague. Puoi dirlo forte, amico (?). Sono castelli di sabbia, intrisi d'acqua, erosi dalle onde e costruiti sul clitoride di Lady Gaga. Vengon giù con niente.

E spesso la mia malinconia scaturisce da questioni globali, tipo: il surriscaldamento globale è un bel casino, qui stiamo facendo danni a tutti, come sono triste, sigh.

Cose da emo, direte voi. Ho chiesto ad un emo che ne pensa, dice che son cose da voi.

Sono attimi di tristezza liofilizzata, che esplode in un secondo riempiendoti la vita per poi non lasciare traccia di se.

Che è anche la biografia politica di Veltroni, ora che ci penso.

O la cronaca di una polluzione notturna.

Ecco: Veltroni è stato un attacco di polluzione notturna di Eugenio Scalfari.

Toccherà a Prodi lavargli le mutande, ancora una volta.

(Come sono arrivato a parlare di sperma? Ah, già, parlavamo di disagi giovanili. Ma chissenefrega, continuamo con lo sperma!)

***

Lo sperma. Lo sperma è stato inventato nel 1982 da Alfredo Sperma, un ciociaro che stava cercando una cosaccia con cui imbrattare la faccia di tutti quelli che lo sfottevano per il suo nome-sborra. Lo sperma si ciba di muschi, licheni e anguille. Secondo gli esperti, la parola sperma fa parte del lessico da evitare durante una dichiarazione d'amore.
Due mesi fa Time ha eletto sperma uomo dell'anno, dedicandogli una copertina piuttosto criticata.
Lo sperma è una sostanza commestibile e, si dice, saporita. Da molti anni è attiva una setta di neofiti spermosi che cerca di convertire l'umanità alla spermofagia. Tale società segreta è nota come I kebabbari birichini e le loro salse yogurt.

Pare che le riserve mondiali di sperma termineranno nel 2053, con la morte di Filippo Inzaghi.

Fine del post.



mercoledì 26 maggio 2010

Phiga.

È un periodo un po' così, sarà che ho le mestruazioni.

Per quanto io sia un tizio a cui piace tirare le pentole dal quarto piano, la cosa suona strana.
In realtà, come sapete, io sono un maschio e non posso quindi avere un ciclo mestruale ma sto facendo un favore ad una mia amica che gli sono arrivate proprio in questi giorni e c'aveva altro da fare.

- Pietro, devo andare in vacanza con Omar! Abbiamo prenotato cinque mesi fa, potresti tenermele? - Certo.

- Grazie, altrimenti non avremmo potuto far sesso.

- Scusa, Sara, ma il culo?

- Quale culo?

- Il tuo.

- Ah, già. No, a me non mi piace l'anale.

- Si che ti piace!

- No. - Siiiiiii, ti piaceeee...

- Ti dico di no!

- Non dire bugie...

- Sto chiamando la polizia.

- Ok, non ti piace.

E così ora ho il ciclo. Bello. Sono nervoso e sudo.
Perdo roba rossa dal cazzo. Si, dal cazzo: perché Sara non mi ha ovviamente prestato la sua vagina - le serviva per farsi scopare da Omar - e così mi sto arrangiando con quel che ho.

Il punto è che mi fa molto male. Il mestruo è una roba diabolica: oggi ho risposto Vaffanculo a quindici persone diverse, compreso il mio pesce rosso. Poi sono corso da H&M e ho comprato sei pantaloni che non indosserò mai, ho saccheggiato il reparto Orecchini Patetici e di seguito ho acquistato dei Tampax.

Ho provato a infilarmeli nel cazzo ma: a) mi faceva male; b) ho pensato che sono cose che avrebbe fatto D'Annunzio, quindi ho lasciato perdere. Ho provato anche con un cerotto ma una vocina nella mia testa ha minacciato d'uccidersi, se l'avessi fatto, così ho evitato. Domani forse chiamo un idraulico.

Pochi secondi fa, parlando con una mia amica ginecologa, ho saputo che presento tutti i sintomi del cancro alle ovaie. Una cosa bizzarra se si pensa che per avere il cancro alle ovaie è essenziale essere dotati di ovaie quanto è necessario chiamarsi Tarcisio per essere odiato da tutti.

Ma da quando ho le ovaie?, mi son chiesto? Ho telefonata a Sara e le ho chiesto lumi sulla faccenda. La mia amica (ora ex amica) mi ha confessato che le ovaie sono di Miriam, una sua conoscente che voleva disfarsene in fretta e furia.

E così, ho pensato di darti tutto il pacchetto: il mio mestruo e le sue ovaie, mi ha risposto la figlia illegittima di Pacciani.

(Mentre ascoltavo Sara, ho ripensato a tutta la fatica da me fatta nell'andare a fighe. Delusioni, speranze, erezioni, ore buttate al vento in nome della vagina. E ora, come per incanto, ero capitato alla Fiera delle componenti per organi sessuali femminili, in periodo di saldi. )

Incazzato come Frattini quando ha un'idea, contatto Miriam e la minaccio di morte. Poi le chiedo di trovarci, le spiego dove come e quando può infilarsi le sue fottute ovaie nel naso e, infine, le chiedo di sposarmi.

Si, ma fissiamo le nozze fra pochi giorni, mi dice, che stai morendo.


lunedì 24 maggio 2010

Screenplay.

Ora che è finito Lost posso parlarvi della serie che ho scritto e che sto proponendo a molti network. Fallendo, perché solo ieri ho saputo che un network non ha le piume e il becco giallo, quindi da domani devo ricominciare.

Da domani devo ricominciare ma se avessi una macchina del tempo lo avrei detto ieri, e così via.

Sono un tipo pigro, mi piace fare tutto lento perché sennò mi consumo.

Ad ogni modo, la mia serie, quella che ho scritto, è ganza a più non posso. Si intitola Geuards e parla di sedici pinguini che stanno in uno zoo di San Diego e sono tutti lì a cercare di limonare con Julia Roberts, della gabbia accanto. La bella, quando se ne rende conto, svela il suo segreto e esplode verso l'alto.

Nella puntata numerata col quindici alcuni suoi ossicini vengono ritrovati a Philadelphia da Gengis, il bidello grosso come un rinoceronte. Gengis prima piange, poi se ne infila un paio in culo, per provare a tirarsi una sega.

Nella puntata numero diciotto ci si ricorda che Gengis in realtà non esiste, quindi non può fare di queste cose.

Si diceva, i sedici pinguini, dopo un po' si fondono in un unico essere e diventano Adolf Hitler.

È questo il punto in cui si smette di ridere, nella mia serie.

Però, dai, alla fine lui muore.

Ooops, m'ero dimenticato di dirlo: SPOILER!


P.s. Bello però che alla fine di Lost si capisce alla fine che l'aereo è caduto perché era gay.

domenica 23 maggio 2010

Di più nin zo.










































Mi chiedo cosa stia facendo Martufello in questo momento.
Sono un po' in pena per lui, non vorrei mai che nel frattempo si fosse trovato un lavoro.

sabato 22 maggio 2010

giovedì 20 maggio 2010

Mangano lo riterebbe uno scandalo.

Mi piace la piaga antipolitica che hanno preso Libero e il Giornale. Sembrano Beppe Grillo a cui Mastella ha appena scopato la moglie.

Porco Diaz.

Ci son 'sti tizi che nel 2001, G8 di Genova, hanno picchiato e torturato alcuni ragazzi e alcune ragazze per via dei loro capelli lunghi.

Ieri son stati condannati in modo peso e insieme fanno circa 100 anni di carcere. Sconto comitiva.

La cosa buffa è che la maggioranza ha espresso solidarietà ai condannati e paragonato la parte lesa ai blackblock e ai mujaheddin.

Non volevo dire "buffa", scusate, volevo dire "diarrea".

Per maggiori info: Fare un golpe e farla franca

domenica 16 maggio 2010

Sembra Tangentopoli ma non è.

La meravigliosa arte dell'autoconvinzione
(ovvero: come negare l'evidenza dando la colpa ad altri)

Moratti. Non è Tangentopoli, nessuna similitudine. [14.2]
Fini. Non è Tangentopoli, ma volgari Ladri. [15.2]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, ma piccole Volpi nel pollaio. [16.2]
De Michelis. Non è Tangentopoli, al massimo Malcostume. [17.2]
Bondi. Non è T., ma un attacco ai Collaboratori di Berlusconi. [17.2]
Bossi. Non è Tangentopoli, ma qualcuno poco Furbo. [17.2]
La Russa. Non è Tangentopoli, ma fatti gravi. [17.2]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, ma solo Birbantelli. [18.2]
Sacconi. Non è Tangentopoli, non scegliamo l'autolesionismo. [18.2]
Bossi. Non è Tangentopoli, ma solo qualcuno che ha sbandato. [18.2]
Cicchitto. Non è Tangentopoli, non se ne parla nemmeno. [20.2]
Formigoni. Non è T., ma dobbiamo dare il buon esempio. [20.2]
Berlusconi. Non è T., è Bertolaso che ripara ai guai di Prodi. [22.2]
Bonaiuti. Non è Tangentopoli, c'è il Finanziamento Pubblico. [22.2]
Schifani. Non è Tangentopoli, ma episodi singoli di Corruttela. [24.2]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, quello è un capitolo Chiuso. [26.2]
Nania. Non è Tangentopoli, ma un'area Grigia. [26.2]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, paghiamo di tasca nostra. [11.3]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, invenzione dei Pm. [17.3]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, nessuna possibilità che lo sia. [19.3]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, a Milano caso isolatissimo. [24.3]
Rotondi. Non è Tangentopoli, la democrazia ci fa le pulci. [6.5]
Facci. Non è Tangentopoli, questi sono Mariuoli. [8.5]
Alfano. Non è Tangentopoli, no a tutta un'erba un fascio. [11.5]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, ma Scajola mi ha deluso. [13.5]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, non influirà sul Governo. [13.5]
Alfano. Non è Tangentopoli, ma Episodi da punire. [14.5]
Berlusconi. Non è Tangentopoli, ma Episodi di singoli. [14.5]
Bossi. Non è Tangentopoli, pare un'indagine preparata. [14.5]
Belpietro. Non è Tangentopoli, ma un gruppetto di persone. [15.5]
Bocchino. Non è Tangentopoli, il partito è Adamantino. [16.5]
Libero. Non è Tangentopoli, nè una nuova P2. [16.5]

Ma soprattutto, Schifani, ieri:
Non è Tangentopoli. E' Microcrimine.


Un post tratto pari paro da Non leggere questo Blog!

sabato 15 maggio 2010

Un lol ci ucciderà / 2.

Tutti al cinematografo!

SPOILER VARI


Uno scheletro di T-Rex di un museo di Chicago s'innamora di uno scheletro di una stegosaura della sala accanto. Attesa, tensione. Nella sala medievale un capello appartenuto a Napoleone prende e vita e fallisce la sua trasformazione in colibrì.

Due vecchi si chiudono in sgabuzzino e si rifanno una vita come moci.

Sei bambini diventano polvere. Sono neri quindi tutti se ne battono il cazzo.

Un deltaplano si rende conto d'essere gay e lo va a dire a tutti quelli che vanno in deltaplano.

Una ragazza povera si ritrova in una casa piena di spettri. Sul tavolino della cucina c'è un pacco di sottilette.

Raimondo Vianello cambia idea e risorge. Panico a Cologno Monzese.

Alla fine di Lost si capisce che la mamma di Dawson rimane una grossa milf.

Un panda si crede Maometto ma nessuno gli crede, con quella scimitarra in mano.

Un vecchio nudo si mangia le unghie dei piedi. Durata: 195'.

Un'aquila vola ma non si rende conto che i suoi amici gli hanno legato le ali l'una all'altra.

Suore malate di mente dotate di bazooka.

Flora e fauna dell'acquetta del porta-spazzolone da cesso di Assunta Almirante.

La Polonia invade la Polonia, poi all'esercito polacco passa la sbronza.

Documentario sul Nazismo nel quale Hitler viene doppiato con la voce di Picachu.

martedì 11 maggio 2010

lunedì 10 maggio 2010

Il ladro nudo e coi calzini (poesia spastica).

Con questo post si inaugura una nuova rubrica. Poesia, signori e signore. Senza metri, senza regole, senza gusto. Berlusconi già l'apprezza. È la poesia spastica, dolcezza.


Il ladro nudo e con i calzini mica è cattivo,
sennò avrebbe la pistola.

E invece c'ha solo i calzini,

che è tutto dire.


Poi entra nelle case e ruba cose

ma gli interessa di molto più esser visto

nudo e coi calzini

ché poi la gente ride quando lo vede

e lo lascia andare.


Sono un uomo serio, dice sempre

c'ho i calzini senza buchi e rubo cose.

Entro in casa alla gente e metto il cacchio sui soprammobili.


Il ladro nudo e coi calzini

a volte tiene un phon in mano.

In realtà cerca un lavoro serio.


Intanto, dice lui, mi frequento con 'sta fagiana.


Il ladro nudo e coi calzini

non spara mai a nessuno.

È un pacifista, dice.


Però a Luigi ci ha cagato sul divano.

Out of the blue.

Un mio raccontino uscito su Out of the blue, il magazine che parla a vanvera di cose che non hanno senso.

Grandi ustionati

L'idea di inscatolare il sole mi perseguitava da un po'.

L'idea di prendere quella sorta di testicolo fiammeggiante che è sopra di noi mi sembrava sana. Ero d'altronde già munito di tutto l'occorrente: retino ignifugo, un richiamo per stelle, del domopak.

Da un paio d'anni, quotidianamente, mi stavo allenando con le polpette incandescenti. Sono diventato talmente bravo che solo raramente mi ritrovo nel reparto Grandi Ustionati.
(C'è anche il Piccoli Ustionati, dove i bambini possono passare ore gioiose tra delle palline colorate di nichel fuso).

Così ieri sono uscito di casa di buon'ora e sono salito nella collina del Gologongone.
Era l'alba e la mia preda usciva lentamente dalla sua tana. Essendo primavera, era un po' intontita dagli ormoni stagionali, che la spingevano a pensare ad una supernova in posizioni succinte.

Con un balzo notevole guadagnai la postazione perfetta, nascosto dietro delle siepi complici. La preda era lì, pallida ma maestosa; si muoveva lentamente e sembrava darmi tutto il tempo necessario per acciuffarla.

Stavo quasi per scattare e catturarla, quando le siepi dietro le quali mi nascondevo cominciarono a gridare.
“Traditrici!” pensai mentre il dissapore lavorava ai ferri la mia vis eroica.
L'Enorme Bestia si voltò con quei suoi occhi spaventati e non esitò a correre a tutta velocità. Ma io conosco i miei polli: il Sole non può andare più veloce d'un tot, sennò a Rimini si lamentano della stagione fiacca. E gli albergatori riminesi sono come tanti Attila che hanno imparato il galateo durante una gang-bang. Comprensivi come un uzi.

La preda era quindi davanti a me, il fedele retino la seguiva, immanente come una cazzo di luna in vena d'eclissi.

La presi. Con un movimento repentino estrassi dalla fondina il domopak e accartocciai il Sole in pochi minuti.

Tornai a casa felice. La gente si voltava e diceva “Guarda quello col Sole in mano”. Che ero esattamente io. Sorridevo a tutti loro, illuminandogli il viso e la vita, con quell'astro incandescente tra le mani.

Scottava, sì, ma bastava soffiarci sopra.

domenica 9 maggio 2010

Dio è uno che conosco io.

Niente, un giorno stavo camminando e ho quasi rischiato di divenire Dio.

Mi è venuto un grande mal di testa che mi faceva male ad ogni colpo di camminata che ci davo. Così ho preso un'aspirina, no?, ho pensato di prendermi un'aspirina, che è la cosa che te lo fa passare, il male della testa.

Bicchiera, acqua, pastiglietta. Per sbaglio c'ho mangiato un po' di ragù con la pastiglietta di aspirina. E l'effetto bello che dà è quello di farti divenire Dio.

Taci che io ho rifiutato. Sennò a quest'ora sai che casino!

Però gliel'ho consigliata questa cosa ad uno che conosco io, che mi diceva sovente Vorrei essere Dio per potermi creare i trapani che voglio per la mia passiona al bricolage.
Gli ho dato su lui l'aspirina e il tocco di ragù, al mio amico che conosco io, e bum!, è diventato Dio.

Adesso è sulle nuvole che ci guarda con la barba.

Dio cane*.



*
È per questo che posso
dire bestiemme tranquillo, tanto Dio lo conosco! È il tizio che voleva diventare Dio con l'aspirina e il ragù, no?

giovedì 6 maggio 2010

Bonolis-Laurenti vs Marx-Engels.

"Ho letto i libri di Walter Veltroni
e quando una persona è in grado
di cogliere alcuni aspetti della vita con quella sensibilità,
mi dà più fiducia per guidare un Paese
di uno che fa bene i conti della sua azienda"

A Paolo Bonolis è bastato dire questo per mettersi nei guai. Beata ingenuità! Che, credeva di poter fare il nazional-popolare e continuare a dirsi "amico" o - peggio ancora - "vicino" a quella tortina di banalità radical-chic che è il Pd?

I berluscones certe cose non le accettano e l'intervista bloscevica ha rimbalzato da redazione in redazione provocando uno certo sdegno dei lettori del Giornale.it e di Libero-news.it.

In soldoni: Bonolis è un "ingrato" e pure traditore perché "sputa nel piatto dove mangia" e fa il moralista mentre il suo broadcast è tutto un vaginare di megafighe che ostentano poppe come fossero collier divini.
Il secondo argomento è invec: "Ciao Darwin" è talmente trash da rendere Malgioglio paragonabile a Vittorio Arrigoni; ma è la prima constatazione che mi dubbia* non poco.

Perché un elettore del Giornale, probabile elettore berlusconian-leghista, dovrebbe tirare in ballo la politica se Bonolis accenna alla politica? Che cosa c'entrano Berlusconi e il Pdl con Mediaset, la RAI o la tv in genere?

Dico, se le esternazioni dell'anchorman risultano loro così indigeste - e producono tali reazioni di rabbia-delusione-menefreghismo furbo - allora mi viene da pensare.

E mi vengono dei dubbi.

Dubbi.
Non è che per caso Silvio Berlusconi ha un'influenza (anche minima) nel regime televisivo italiano? Se questo fosse vero, allora dovrei rivedere le mie opinioni sul Tg5 e il Tg4, da me sempre considerati fari d'indipendenza. (Quanto a Studio Aperto, chapeau: la linea editoriale fighe-culi-negri di merda è notevole.)

Lo dico perché casualmente - ma anche no - pochi giorni dopo la famigerata intervista a Bonolis il quotidiano di Feltri pubblica un pezzo di Valeria Braghieri
che casualmente accosta in modo capzioso il conduttore Mediaset al Nemico Numero Uno dei Berlusconiani, Michele Santoro.

Il ragionamento (?) alla base dell'analisi (?) è talmente infondato, improvvisato a cannovaccio, quasi controvoglia, che anche gli utenti del sito lo criticano. Ed è tutto dire.

Di seguito, i c0mmenti che m'hanno fatto spanzare più del solito.


#7 Just (928) - lettore
il 29.04.10 alle ore 15:20 scrive:
Francamente questo articolo non mi è piaciuto: non ha senso

Risposta a Just: ben svegliato, la colazione è pronta in cucina.
#6 informaticazione (12) - lettore
il 29.04.10 alle ore 15:07 scrive:
Quest'articolo è sconcertante, assurdo, privo di contenti e logica, ho appena trascorso i tre minuti più inutili della mia vita... ???????

Risposta a informaticazione: si, hai "perso tre minuti più inutili della tua vita". Ma ne hai persi anche di più: dipende da quanto ne passi leggendo Feltri e Sallusti.
E comunque, se non sei d'accordo, vuol dire che sei come Santoro - qualsiasi cosa voglia dire.

#3 Uchianghier (522) - lettore
il 29.04.10 alle ore 12:24 scrive:
Però Bonlois è molto più onesto. Come direbbe una famosa barzelletta dei tempi andati entrambi parlano agli uccelli.

Risposta a Uchianghier: genio del jazz lingustico che non sei altro, che volevi dire con il rimando alla "barzeletta dei bei tempi andati"?!? Chi parla agli uccelli? C'entra per caso la Carfagna? O San Francesco?
E soprattutto: chi è Bonlois, un impressionista?

#2 everywhere (12) - lettore
il 29.04.10 alle ore 12:20 scrive:
Ma davvero la pagano per scrivere articoli come questi? Non mi capacotp

Risposta a everywhere: Sì, la pagano per articoli come questo. Ma di solito fa di meglio. Quanto al fatto che non ti capacotp, ti capisco - anche se è dura farlo. TVB.

***

P.S. Mi scuso per la formattazione (caratteri spastici, corsivo ecc.) ma oggi blogspot si è drogato.







mercoledì 5 maggio 2010

Non solo il nucleare è sicuro ma a Freddy Mercury piaceva la figa.


Fabrizio Cicchitto mi sta sulle palle: è un ex piduista ex socialista ex forzista ora pidiellino. La combinazione migliore per risultarmi insostenibile.

Avrebbe fatto di meglio solo se avesse suonato il liuto con gli Oasis.

Ora pare che, dimessosi il povero Scaggiuola, sia in lizza per succedergli (appena finisce il sempre gradito interim di Berlusconi, ovvio). Se così fosse, andrebbe a sedersi sul dicastero più importante in vista del nucleare in Italia.

E solo a pensarci mi vien voglia di tirare fuori dall'hangar l'Enola Gay.

Né Skaggi né Cicchy mi sembrano in grado di gestire delle centrali nucleari, sinceramente. Al massimo me li vedo suonare delle maracas e canticchiare canzonacce messicane per poi redersi conto - troppo tardi - d'essere al funerale del papa (che però stava ballando nudo con dei chierichetti). I due si scusano solennemente e Anemone gli compra una Majorette a testa.

Alla fine tutto va bene e mia zia Elvira scopre la ricetta del risotto ai funghi atomici.

BUM BUM BUM.

***

È online lo nuovo ScaricaBile, accattatevelo qui o sfogliatelo di seguito.


Eternal sunshine of the homeless mind.

L'immagine è di quel mattacchione di Tonus.


Questa faccenda delle dimissioni di Scajola mi ha sinceramente affranto. Il motivo è semplice: anch'io, come l'ex ministro, sono uno sbadato.

Non mi rendo conto mai di un cazzo: ieri stavo giocando con l'acquilone e ad un certo punto mi son distratto e ho ucciso una vecchia.

Poi l'ho baciata. Mi sono distratto ancora una volta e son finito col seppellire l'acquilone e far sventolare l'anziana.

Questo per dire che basta proprio un attimo.

Ma io Skajola lo capisco: me lo vedo, il povero Scaggiuola, mentre entra in casa tutto timido, si guarda attorno, scruta fuori dalla finestra, vede un rudere non completato su cui il suo nuovo appartamento ha la vista e dice poco convinto: "Bon, la prendo".

Ma in realtà pensava ad altro. Pensava a noi. Al nostro futuro. E a quello di Anemone.

Mi dispiace assai che l'omino si sia dovuto dimettere un'altra volta. Sì, perché non è mica la prima volta che gli succede, eh? Porco mondo, quanto è distratto questo Claudio!

Durante il Secondo Governo Berlusconi diede del "rompicoglioni avido di consulenze" a Marco Biagi. Il che - è questo il bello - era proprio vero! Biagi, buon'anima, aveva un caratteraccio. Solo che l'allora ministro si era distratto e non sapeva che nel frattempo era stato ucciso dalle Brigate Rosse. E, si sa, la morte beatifica tutto e tutti, specie un giuslavorista minacciato di morte a cui te e il governo di cui fai parte non concede la scorta.

Ma tant'è. La storia d'Italia è irta (?) di sbadatezze:

  • Garibaldi e i suoi Mille volevano fare una gang bang; la tipa rifiutò e allora tutti a fare l'Italia!
  • Mussolini voleva semplicemente avere un'erezione - e guarda un po' com'è andato a finire;
  • Camillo Benso Conte di Cavour voleva annettere al Regno italico pure la Corsica, ma si confuse e per sbaglio se la mangiò;
  • Berlusconi voleva passare la vita evadendo tasse, scopando più fighe possibile, accumulando potere fino a scoppiare - e infatti, lui che non si distrae mai, eccolo lì;
  • Il DC9 che s'è schiantato nei cieli di Ustica voleva solo volare ma si è distratto e Pegasus l'ha punito;
  • Prodi voleva restare al governo 5 anni ma si dimenticò d'affogare Mastella;
  • Vittorio Feltri vorrebbe riportare il Giornale ai livelli montanelliani, ma per sbaglio ha venduto la sua anima a dei pervertiti thailandesi che da dieci anni la tengono in vita solo per torturarla.
Capito come funziona, basta un attimo! Perciò non date a Scaggiuola colpe che non ha: è solo un bambino. Certo, un bambino con la faccia di merda, ma è comunque un bambino!

Flash.
Pochi minuti fa Claudio Scajola stava recandosi in Tribunale per chiarire la sua situazione ma per sbaglio se ne è battuto i coglioni.

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E non è finita qui, ScaricaBile è uscito con il suo 30esimo numero.
Scaricalo qui o sfoglialo qui sotto.




martedì 4 maggio 2010

Da ScaricaBile #30.

Appiccico di seguito il pezzo che ho scritto per il 30esimo numero di ScaricaBile,
la rivista satirica che ti uccide dentro.

POTA GHESBORO CIUMBIA

Viaggio sentimentale in Padania


L'entrata in Padania è soffice come una scoreggia umida.

Le strade sghembe, rimasugli di antiche vestigia imperiali, sono tortuose, si, ma sincere. Il territorio del nord Italia non è docile – in passato qui era tutta palude, in più aveva le meches – e si presta a vagheggiamenti celtici e nebbiosi; pensieri strani che ti fan sentire a Mordor e invece, pensa un po', è solo Quarto Oggiaro.

Il mio autista, un bresciano che mi dice “stai zitto e fai quello che faccio io”, è un tipo silenzioso. Il suo alito è atroce, Marlboro e pozzi neri fusi assieme. Minuscoli avvoltoi volteggiano frenetici attorno alle sua labbra.

Guida piano non rispettando gli stop e maledendo “i negri che attraversano la strada”, come se “la strada” fosse sua sorella minorenne e “i negri” dei tremors sieropositivi.

Ivan Biasuzzi (così si chiama il mio aggancio padano) bestemmia sovente e il risultato è che i diciotto crocefissi che pendolano dal suo retrovisore mi guardano atterriti e progettano un'intifada.

Sono le 7 e mezzo del mattino e da pochi minuti ci siamo lasciati alle spalle il centro-sud Italia )(governato dalla mafia (nulla di che, “è solo la sesta mafia mondiale”)) e, tra la piatta pianura, comincio a intravedere i primi mausolei.

Rito padano. “Non son proprio mausolei come li intendono gli altri,” mi spiega Ivan ruttando la peperonata della sera precedente e soffiandomene l'afrore in faccia, sorridendo morbosamente, “sono solo capannoni”. Non mi stupisce che in questa landa cagata male da Dio, dei prismi di metallo probabilmente cancerogeno, sistemati su della steppa senza anima e riempiti di lavoratori in nero, extracomunitari e persone sudatissime in genere, acquistino un'aura mistica. Se ci si guarda intorno, d'altronde, si scopre che non c'è nient'altro in cui sperare – se non si fa caso a quella teenager che mostra la vulva per un'Infinity Card. Ed è inutile confidare nell'orizzonte, il quale, superato, regala sorprese e cambiamenti. Nossignore, la Pianura Padana è come una crisi depressiva stirata per centinaia di chilometri e divisa in regioni. Qualsiasi ipotesi di collina è assente: tutto è uguale. Qui la fantasia la usano per farci il compost.

(Ieri un imprenditore veneto ha tanto di suicidarsi. Ma prima ha acceso l'ennesimo mutuo. Perché la sua famiglia gli stava sul cazzo.)

Folklore. Il viaggio in automobile si fa noioso, così sfoglio la Padania, l'organo ufficiale del Partito Unico Padano. Un quotidiano strano: al posto dei necrologi ha i genocidi.

Ma sono stanco: stanco di stare in macchina e straziato dal silenzio di Ivan. Così decido di ripescare dalla mia borsa il plico consegnatomi dalle autorità prima d'attraversare la frontiera. Il titolo è Manuale d'uso per chi entra in Padania, un tometto in carta riciclata e rilegato a calci in culo.

Può esserti molto utile,” mi disse Duilio Guallivo, ambasciatore francese in Padania, “qui ogni due per tre ammazzano un giornalista perché si comporta male”.

Così, per passare il tempo, ne rileggo alcune parti. Mi colpisce l'Articolo 1 della Costituzione Padana: “Qui non si scherza, si lavora. Che se qualcuno vuol fare il mona, diocane, lo vadi a fare a casa sua. Noi non è che andiamo all'estero e ci ubriachiamo, ci droghiamo, andiamo a montare le puttane e facciamo i merde umane. E loro invece si, quindi mi pare pulito che è ora di finirla, madonnacicciona.”

Così, mentre mi figuro una Vergine Maria di duecento chili, la nostra Fiat Unno si ferma. Ivan mi guarda e mi comunica che siamo arrivati.

Dove siamo, Ivan?” chiedo con lo stesso know-how di Donny del Grande Lebowsky. Lui sta un po' zitto, poi lentamente si volta verso me, mi sorride e (da bravo attore consumato (dagli effluvi di Marghera) quale è) esclama: “Sei in Padania, cazzoputtana.”

Una troiata e una parolaccia in appena 4 parole. Si, sono decisamente in Padania.

Senza nozioni precise, ci allontaniamo dal grigio parcheggio da dove la nostra Fiat Unno ci guarda fiera e ariana – sul cruscotto un santino di John Elkann ritratto mentre finge di sapere qualcosa . Il giovane padano sembra conoscere ciottolo per ciottolo la steppa ricca e produttiva che calpestiamo. Poi, fiero, si ferma. Entra in un bar. Ordina diciotto americani, caga, vomita, tocca il culo a sua cugina, s'addormenta e dopo sei ore ripartiamo.

Avevo sete, non rompere il cazzo,” si giustifica.

El sior Livingston, i suppose. Voglio parlare con gli indigeni, sono qui per questo. Lo faccio presente a Ivan, disturbandolo mentre rimuove un caccola delle dimensione della Cosa dalla sua narice destra (quella sinistra se l'è fatta sigillare per far ridere gli amici al bar) ed è intento a spalmarla sulla sua cintura di pelle marrone – che ora presenta una sfumatura verde alquanto sospetta.

Si, si ora ti ci porto, terün,” mi dice spazientito.

Non che io sia terrone, ma il solo fatto di essere foresto mi discrimina; non vi dico quanti cazzi potrebbe infilarmi nel culo il dichiararmi favorevole ai PACS, all'eutanasia o all'aerosol. Il popolo padano ha portato a livelli macro i principi selvaggi che governavano i villaggi su palafitte del Neolotico, con la differenza che qui la ricchezza è obbligatoria (se sei povero sei proprio maleducato e non dovresti vantartene) e Sky si prende piuttosto bene.

Siamo avvicinati da un vecchio con pipa che ci guarda come fossimo cammelli cingolati.

Foresti?” ci chiede.

Si,” rispondo.

Anch'io,” dice Ivan “son di Bergamo”.

L'anziano lo fissa come fosse un alieno, si impaurisce e se ne va.

I vecchi hanno paura di quelli di fuori,” mi spiega il mio giovane autista. “Siamo fortunati che non aveva un teaser.”

La chiaccherata. Gianni Bettin giace davanti a me come uno stegosauro sazio. S'è appena pappato le critiche di un cittadino che chiedeva perché al posto della sua casa era sorto un monumento al Walhalla. “Merda comunista vai via” gli ha detto il Gianni – e tanto è bastato perché il poveruomo venisse cacciato dal paese, inseguito dai villici con forconi, pantere e un trattore.

Bettin è il ras della Lega locale e ha l'espressione convinta di D'Annunzio con uno stronzo in bocca. Mi spiega la situazione politica, il famigerato “radicamento nel territorio” padano (gli faccio notare che anche le mine antiuomo sono radicate nel territorio e lui sghignazza cianciando di “braccia e gambe di negri che saltano per aria”).

Ciononostante mi sento sicuro di me stesso e pieno di voglia di lavorare, posso cominciare la mia indagine. Cerco così di introdurre Bettin nel per lui spigoloso Mondo della Logica, chiedendogli a cosa può portare la xenofobia che incolla i leghisti a se stessi.

Be' la gente ha paura e ci chiede di bruciare i zingari, ostia! E se è il caso noi lo facciamo,” mi risponde.

Perché seguire sempre la pancia dell'elettorato? Non conosce il Paradosso della Democrazia di Platone? E se gli elettori votassero democraticamente per la tirannide?

Be' se la gente vuole i paradossi noi gli diamo i paradossi. Se poi Platone ha successo vuol dire che è radicato anche lui...”

A cosa?

Boh... A suo zio?”

Mi dica: davvero non vi rendete conto d'essere voi il vero Partito dell'Odio?

Noi siam mica razzisti, eh! È che la gente non ne può più di vedere i negri in giro, a camminare, parlare e urlare. E noi allora, orcocan, gli diamo le botte, no?! E la gente poi è contenta.”

Io presumo che, qualora la Padania ottenesse l'indipendenza, in breve tempo voi ricomincereste a lagnarvi di altre cose, senza fine.

Me dichi pure.”

Ad esempio: i lombardi non vorranno stare coi veneti e viceversa, l'Emilia sarà odiata in quanto comunista, la Toscana forse è padana e forse no...

Ora ordino un bianco – scusa ma me lo chiede la gente.”

...E allora la Lombardia chiederà l'indipendenza dalla Padania stessa, il Veneto pure...

Be' se la gente vuole essere indipendente, sa, i negri, i zingari son cose brutte che poi comunque il popolo c'ha detto di prenderci le banche, altrimenti noi mica lo facevamo, che mica è colpa nostra se la mafia ruba uccide e poi i pedofili che stuprano i bambini...”

Non le sembra un circolo vizioso questa pulsione secessionista?

Vizioso a me non lo dice!”

Nel senso che il trend è potenzialmente infinito. La Padania si separa dall'Italia, le varie regioni si odiano e si dividono, poi le province chiederanno di stare da sole a loro volta...

Eh be' certo, cazzo. Io non voglio mica stare coi vicentini, per esempio! Chei magnagati de merda...”

Esatto! Lo vede? Ma che ne è della solidarietà tra persone?

Bah, c'avranno costruito sopra una banca!” (sghignazza)

Non pensa che finirete col dividervi paese per paese, frazione per frazione, quartiere per quartiere, condominio per condominio?

Se così fosse io non ci sto, abito vicino ai Marangacci, ha presente? Io con quelli non ci sto!”

E sa che succederà alla fine di questa follia? Il caos totale. Ad esempio potremmo ritrovarci io e lei, in un monolocale, indipendenti dal resto del mondo per evitare i vicini di pianerottolo. E sono certo che anche in tal caso lei ci troverebbe dei problemi.

Gianni Bettin ascolta le mie parole e sorride sicuro di se. Estrae dalla giacca una pistola e la posa sul tavolo. Rutta e si fa serio, le sopracciglia gli calano come un sipario stanco. Guarda la pistola e mi dice: “In tal caso, se io e lei fossimo uno 'stato indipendente' e ci fossero dei problemi, glielo assicuro, quei problemi sarebbero esclusivamente suoi.”


***

Lo potete scaricare qui o sfogliarlo qui under:



lunedì 3 maggio 2010

Lettera aperta e Lorenzo Cherubini Jovanotti Vattelapesca.

Ciao Lorenzo,
ti scrivo perché ho un dubbio: com'è che è tipo da un po' di anni che non caghi fuori un pezzo che non mi fa sentire moribondo?
Eh?
Datti una reffata, perdio.

"Baciami ancora" fa schifo e il fatto che ogni volta che ne sento il ritornello accusi alcuni tra i più comuni sintomi del diabete, non è un buon segno. Te lo dico perché credo che circa quattro anni fa tu abbia ricevuto un fortissimo colpo in testa che ti ha reso l'anello mancante tra Apicella, Bennato e un orsetto gommoso.

Tira fuori Saturnino dal freezer e cerca di fare canzoni che non piacciano solo a Veltroni (*), porco cazzo infame.

In fede,

Pietro Errante

(*) Da qualche parte ho letto che a Veltroni piace da morire "Baciami ancora". Questo - serve dirlo? - è estremamente grave.
Non trovo il link, però.

***

EHI, EHI, è uscito il nuovo ScaricaBile, la rivista di satira che offende la mamma del papa.
La trovate qui da scarica' o qui sotto da sfoglia'.
A breve posterò i miei pezzi ivi contenuti, nel frattempo leggetevelo. Daje.


ScaricaBile #30.




Un numero che se fosse su carta, in edizione limitata non varrebbe più di 12500 euro a copia.

ScaricaBile N/30

(clicca con il tasto di centrodestra dell'ala finiana per scaricare)

! IMPORTANTE !
Se non riuscite a scaricare il pdf perché il bandwith è terminato, vi ricordo che potete scaricarlo anche dalla nostra pagina su 4shared.

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