martedì 29 dicembre 2009

Da grande voglio andare in culo a Darwin e tornare scimmia.



Il fatto che abbia del sangue che mi scorre tra le budella non permette a chicchessia di tagliarmi per vederlo fluire come crema da un panettone.

Vi piace? È la frase che mio nonno s'è fatto incidere sulla fronte. No, non è morto. È che è matto.
Mi piace l'idea d'esser stato allevato da dei pazzi, mi fa sentire come Pierluigi Berlusconi.

Quello che vorrei dire all'umanità è che non dovremmo davvero - mai - montarci la testa in quanto homini sapiens sapiens. Siamo solo scimmie che han fatto carriera.

E nessuno ci assicura che non siano state LORO a fare la scelta giusta: mangiano banane, si mangiano le pulci a vicenda (mmmm, buonisssssime), fanno sesso in maniera confusa e scellerata (anche tra famigli, che è perfetto per quelli che hanno cugine fighe); e nessuno ha mai visto un primate dirsi sicuro di poter parlare con dio.

Il Dio Scimmia. Un'enorme banana infuocata. Il simbolo religioso degli oranghi è un bollino blu.

Mi piace l'idea di definirmi un selvaggio anche se non ho mai attraversato sezioni di giungla a bordo di una liana. Ma ho molto pelo e il cazzo duro - il che mi rende un incrocio tra homo erectus, uno scimpanzé e Califano.

Inoltre, nessuno ha mai visto scimmiacce fare guerra per cose stupide come: petrolio, soldi, oro, donne. No, loro pensano solo a cacare, pisciare e sborrare e vivono ogni secondo della loro pelosa esistenza cercando di essere più performanti possibili, ossia creare grumi enormi di merda piscio e sperma. Non morite dalla voglia di essere scimmie?

Ebbene. Pensate che noi, qualche milione d'anni fa, eravamo così. La parola
erezione, prima del fottuto homo erectus, era nota solo per via dei corpi cavernosi colmi di sangue. Non per la schiena, checcazzo. Che poi ti viene la scogliosi & co., tutte patologie che prima, quand'eravamo piegati come tanti andreottini, non avevamo mica.

Dalla schiena dritta al papa - al potere, al vedere dio e dover pagare per vederlo meglio - la strada è breve.

Oh certo, nessuna scimmia ha mai scoperto un diplococco ma nessun papa ha mai abolito la schiavitù, quindi è pari e patta.

Allego un breve schema per spiegare meglio il mio ragionamento (che non ha alcun senso).


sabato 26 dicembre 2009

Uha e le sue narici / 2.

C'era una cosa che Uha amava fare: mangiucchiarsi le unghie e raccogliere in sacchetti sterili. Non sapete quale composizioni si possono fare con quella robaccia. A Hitler, una sua fiamma del liceo, regalò un ritratto e una composizione floreale - il ragazzò reagì bene, se per voi vomitare chili di roba vuol dire "reagire bene".

Suo padre, Ellistor MacAlliston Rossi, un allevatore di muschio con i tentacoli nell'alta finanza e su certi dvd che si vedono negli autogrill, era fiero di sua figlia. Le diceva: "Uha, tu non respiri ma sei bella tua madre il primo giorno che l'ho vista nuda a 90 gradi". La figlia arrossiva e cercava di cambiare argomento mostrandogli il suo cappellino ad elica.

"Hai una bellissima famiglia," concluse il cappellino.

La carriera scolastica di Uha è bizzarra. Finite le scuole media, scelse il liceo classico, uscendone con pieni voti e una grossa fama di adescatrice di bidelli. Poi si iscrisse alla facoltà di botanica ad Algeri. Le era sempre piaciuto guardare le piante. Sua madre - ricordava - parlava sempre con il geranio che stava in cucina. Era una pianta atipica: era in grado di comunicare perché sua nonna gli aveva detto che parlare con le persone le fa crescere bene.

La mamma di Uha, infatti, fioriva ad ogni maggio. Una cosa bella e particolare che la portò alla tomba quando venne parassitata da dei licheni di poche parole che la spolparono, per dirla con Mr. Watjs, "come un cerbiatto spolpato, ve l'ho mai detto quanto mi piacerebbe spolpare un cerbiatto?"

Chi era Mr. Watjs? Era un attore scespiriano con una sola gamba liberal, una voce da soprano alle prese con un muflone e una malattia cutanea rarissima che lo rendeva assimilabile ad un Kandisky. Amico della famiglia di Uha, sta scontando l'ergastolo per sottrazione di cose buffe a dei pinguini.

(continua...)


martedì 22 dicembre 2009

Uha e le sue narici / 1.

"Allora è così che si respira!" disse Uha, la donna che per quarantadue anni non aveva inserito dell'aria dentro il suo organismo.
Aveva inserito altro?
Una melanzana a sedici anni. Gliela tolsero all'ospedale e tutti in paese si ricordano ancora dell'espressione divertita del primario e dell'infarto della suora di passaggio.

La suora era in clausura e per anni si era dovuta arrangiare con i carciofi (spinosi e ardui da maneggiare). La semplicità e la versatilità della melanzana la sconvolse.

Uha era nata a Baltimora a cavallo tra il 1550 e il 18 ottobre 1927. Sua madre la partorì mentre Ermehs, il puledro nero di famiglia, la portava in giro per i possedimenti trotorellando come uno spastico simpatico. Fin dalla più tenera età aveva palesato un grosso problema: il suo naso era sprovvisto di narici. Sembrava un naso finto, senza buchi. Un qualcosa di assimilabile ad una fetta di groviera senza buchi, cioè un qualcosa che non ha alcun senso.

Come il servisterzo su un daino.

Uha - a causa dei suoi disagi - non poteva respirare. Oh, non che questo handicap gli rodesse il culo, ma sua madre era sempre così imbarazzata nel presentarla al macellaio.

Un giorno la genetrice, Elsa Morantev, pensò anche di venderla al miglior offerente. Non ci riuscì: "Non vogliamo una dannata bambina senza buchi sul naso! E le candele dopo dove le infiliamo?" disse uno degli aspiranti acquirenti, un polipo intellettuale attualmente impiegato come droide in Iraq.

Uha crebbe in una scuola gestita da vegetariani fanatici, che gli insegnarono a far cadere la frutta dagli alberi stimolando i clitoridi vegetali di queste piante. Esempio: prendete un pero e infilategli un dito in culo. Rilascerà tutte le pere che, felici come tanti Ahmadinejad in visita ad Auschwitz, si tufferanno nella vostra bocca.
"Strappare la frutta dagli alberi crea dolore alla natura" diceva sempre Oliver Dubugga, preside della scuola, mentre curiosava tra le interiora dei suoi cadaveri.

Fu solo a quarantedue anni che Uha cominciò a respirare. Fino a quel giorno s'era arrangiata in modo misterioso, la faccia paonazza e in volto la tipica espressione di chi deve cagare una betoniera di merda brutta.

L'incredibile avventura che portò all'assunzione d'ossigeno da parte della donna è molto bella.

Magari prossimamente ci penso meglio e me la invento.

sabato 19 dicembre 2009

ScaricaBile #25, gli anni di Cristo quando aveva 25 anni.

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Lunedì uscirà il 25esimo numero di ScaricaBile, il pdf satirico a cui Dio s'è abbonato. Mi dicono che ci sarà anche un inserto molto interessante ma di più nin zo* giacché non conto un cazzo. Ci saranno delle cosine mie - almeno credo. :-)

* Cit. Martufello. (Che classe! Che cultura!)


update: il numero avrà MOLTE PIÙ PAGINE DEL SOLITO. UNA BOMBA, INZOMMA. EVVIVA EVVIVA EVVIVA.

giovedì 17 dicembre 2009

Volevo scoreggiare ma non voglio creare clima d'odio.

Un po' di giorni fa stavo arando il mio campo di zucche lesbiche, quando ho sentito una voce chiamarmi.
"Pietroooooo!"
"Si?" risposi io, innocente come una lenticchia.
"Leggi Libero di oggi, su!"

E così ho fatto. C'era un articolo molto interessante di Giampaolo Pansa che, in breve, diceva che siamo nel '77. E ieri a confermare le voci che albergano la testa del giornalista si è messo un gruppo di sedicenti anarchici con una bomba all Bocconi e altre gioiose follie.

Non so se sia vero - il "clima d'odio" ecc. - ma l'idea che per prevenire la deriva terroristica si debba annuire al governo e al Premier, sa tanto da incendio al Reichstag. Come sapete, Adolph Hitler, dopo aver vinto democraticamente le elezioni ("la sovranità popolare!", "sono stato eletto dal popolo!") pensò d'illuminare a giorno il vecchio parlamento, dando poi la colpa a Travaglio. Con questa scusa debellò le opposizioni e il resto lo sapete, se non siete Alemanno.

Quello che voglio dire è che Tartaglia è un matto che ha compiuto un gesto schifoso. Ma non rappresenta una buona scusa per mandare a culo la democrazia.

E mandare a culo pure internet, dato che Schifani è riuscito anche a dire:


E così mentre cerchiamo di non rimanere troppo indietro rispetto a giganti libertari come Cina e Corea del Nord, lecchiamoci le ferite per quello che succede già ora, regolarmente.
Non capite? Check these out: Qui (notizia) e quo (blog di Prefe).

mercoledì 16 dicembre 2009

Il Primo Assioma di Pietro Errante.

Se in una sala c'è pieno così di figa e io entro, nessuna mi caga.
Ma se nella stessa stanza viene inserito un essere femminile
puzzolente, obeso, oleoso, vomitevole e con una proboscide viscida
che usa per spruzzare la merda,
ecco che Essa mi si avvicinerà per chiedermi d'amarla.

lunedì 14 dicembre 2009

CAZZOFIGACULO.


L'altro giorno stavo giocando a curling con Galeazzi (lo facevo scivolare sul ghiaccio ma la sua barba creava troppo attrito, così ho dovuto ucciderlo) e ho pensato: dato che al CERN (ed è gente seria) sono costretti a posticipare il loro big bang homemade a causa di un uccellino che avrebbe lasciato una briciola di baguette nei meccanismi sotterranei delle loro diavolerie, cosa riuscirà a fare Rutelli con il suo nuovo partito-giocattolo, se i corsi degli eventi sono così pignoli? (Quella della briciola di baguette è anche la scusa preferita da Berlusconi in caso d’impotenza. Ma, si sa, le troie se le bevono tutte.)

Il nuovo partito rutelliano, Alleanza per l’Italia, ha suscitato enorme clamore. Lo stesso clamore che ha provocato Gasparri’s nightmare, un dipinto pop che raffigura l’allegro politico mentre viene coinvolto in una sessione di bukkake con dei gorilla gay. Minorenni.

Ma non divaghiamo. Sbrodolino ha le idee chiare (e per “chiare” intendo “chiare in senso rutelliano” ossia “non chiare”, chiaramente) ed è convinto di poter contare qualcosa nello scenario politico futuro. Va da se che ciò può anche succedere, dato che Ringo Starr è riuscito a suonare nei Beatles. Ma, si sa, “la speranza è un diavolo che ti incula in una spiaggia dai granelli grossi” (cit. Pablo Neruda) e quindi vediamo di chiarirci le idee.

  1. Innanzitutto: chi è Rutelli? Forte della sua nullità, il nostro uomo si mimetizza con lo sfondo, confondendo i predatori. Ieri è entrato dal salumiere e gli hanno tagliato due fette di culo, per dire. Cicciobello, ex radicale, ex margherito, ex sindaco di Roma, ex candidato premier, ex corista di 50 Cent, sta ponendo le basi della sua reincarnazione con un partito “popolare, moderato, riformista, che fugga dal giustizialismo” e sia un'alternativa per il paese. Inoltre vuole la pace nel mondo e il mantello di Batman. “Si, ma prima devi scrivere la letterina, Francesco.” “Ok, mamma!”

  2. Sbrodolino, tuttora confuso sull'esatto momento in cui la cicogna debba intervenire nella copula, è tenero e magnetico. Se fosse un anchorman sarebbe Magalli; se fosse un medicinale, una supposta che prima d’entrare fa l’occhiolino al culo. Indimenticabile la scenetta d’addio al Pd preceduta da settimane di minacce, poi esplose in quel “me ne vado” storico e deciso. Mai a memoria d’uomo un annuncio suscitò meno interesse. (A parte quello di Cristoforo Colombo che, nel 1498, dopo le Americhe, era convinto d’aver scoperto Milano 2.) Le uniche reazioni dei suoi compagni (?) son state: felicitazioni, spumanti, sborrate a macchiare le mura di vari circoli piddini, un sonoro e memorabile squirting della Melandri e un apprezzato yodel eseguito da Ignazio Marino, visibilmente strafatto di colla. Poi una bella carbonara e via a fumare bong fino a tarda notte.

  3. Ma chi seguirà Cicciobello? Tabacci, persona seria e affidabile, e tre gattini abbandonati. “Si, sono randagi, – ha assicurato Sbrodolino – ma vogliono difendere la famiglia.” La stampa ha deciso di non infierire sulle voci che bisbigliano che i gattini siano in realtà soprammobili di porcellana made in China. “Per non far incazzare la CGIL,” confessa Tullio Meregunotti, arrotino e responsabile comunicazione dell’Api, Alleanza per l'Italia. Che ne aprofitta per salutare la mamma e riabilitare Craxi stando in equilibrio sul naso.

  4. Il programma dell'Api ovviamente non c'è ma questa è una questione di trend giacché sia Fini (con FareFuturo) che Montezemolo (con Italia Futura) hanno inaugurato la moda di fare politica a cuor leggero, liberandosi di quelle impedimenta (è latino, serve a far notare che ho fatto il liceo, NdA) chiamate idee e programmi. Niente idee, quindi, ma pare che un amico di Rutelli sappia fare le scoregge con le ascelle sudate, quindi ok.

  5. Pare inoltre che Bambolotto Devoto abbia acquistato una ditta produttrice di occhi di vetro. Gli serviranno per fare occhiolini al Vaticano e per eccitare la Palombelli. Il feeling tra Ratzinger (ultimamente sorpassato da Ghedaffi in fatto di look audace) e lo Sbrodolino è ormai palpabile (anche alcuni chierichetti lo sono, a dire il vero. Perché “chierichetto” in inglese si dice “feeling”). E a chi dice che il Santo Padre sia un reazionario, l'Api risponde per le rime: “Non è vero, - sbraita Rutelli – ad esempio il problema di Cartagine e del suo annientamento deve rimanere all'ordine del giorno.”

Nel frattempo, mentre questi figuri raccontano favole, nel mondo muore un bambino ogni sei secondi. La soluzione di Rutelli? Cercare di trattare per arrivare almeno a otto secondi.

Siamo in buone mani, mi sento sicuro come se avessi nel pc il videotape di Marazzo.


Cinque cose da fare se ci si sente d'accordo con Rutelli


5) Mantenere la calma, forse è colpa di una tempesta solare. O della molletta scelta per la campagna delle primarie Pd;

4) Sedersi e respirare piano. Cercare lo shock mentale pensando a dei gay che gettano in aria i loro bouquet;

3) Chiedersi: “Da quant'è che non scopo?”, rispondersi sinceramente;

2) Buttare nel cestino quel libro di Raffaele Morelli, optare per pornhub.com;

1) Mettersi alla prova: volete davvero sapere se siete come Ciccio Rutelli? Riunite i vostri amici e minacciateli di abbandonarli per sempre. Se se ne battono il cazzo, la risposta è certamente si.

sabato 5 dicembre 2009

Unto.

E' uno scandalo, recchione del cazzo. Anzi no. Mi scusi, signore.

Ieri Feltri ha allegramente confessato che il caso Boffo era una boiata. Così, candidamente, in prima pagina.

La ricostruzione dei fatti descritti nella nota, oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali.

si trattava di una bagattella e non di uno scandalo. Infatti, da quelle carte, Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali, tantomeno si parla di omosessuale attenzionato. Questa è la verità.

venerdì 4 dicembre 2009

Dolce stilnovo.

Stando alle ultime scoperte, Dante sborrava sempre sulle ali della sua donna-angelo.

domenica 29 novembre 2009

Hitler è morto, cordoglio bipartisan.

Quanto manca al giorno in cui Berlusconi scherzerà con la Merkel sulla divertente moda nazista di bruciare gli ebrei & co? Poco. Io aspetto con ansia.
E di quel negro di Obama? Eh? Silvio, vuoi riparlarcene, per favore!?

ScaricaBile #24, special edition.

ScaricaBile #24


La trattativa.

Anche su Virus.

Oggi Marcello è andato da Lucia a farsi intervistare. Ne è venuto fuori che dobbiamo tenere ancora la bocca aperta, di merda dal cielo ne scenderà ancora.

C'è una buona notizia, però: è ora disponibile ScaricaBile, la rivista satirica che mette la zizzania nel culo dei cherubini. Qui tutti i particolari, ale oh oh.

sabato 28 novembre 2009

Bukkake con la Susi.

Credo che "la Settimana Enigmistica" sia la pubblicazione più sovversiva d'Italia (al netto del Male).

Ha un formato assurdo, non ha pubblicità, i colori e le foto in copertina sono regolati da meccanismi logici (e non dalla casualità), è scritta fitta fitta fitta senza beghe grafice o foto ad effetto.

Io da grande voglio la "Settimana Enigmistica", ho deciso.

giovedì 26 novembre 2009

Mamma!

A breve uscirà il nuovo numero (cartaceo) di Mamma!
Nel frattempo mi hanno pubblicato questo sul sito (non cartaceo).


Ah, ultimamente Bobby Carrot mi sta distruggendo.

mercoledì 25 novembre 2009

Bile #24

Lunedì prossimo esce il 24esimo nummmero di ScaricaBile. Ci sarà da divertirsi e da indignarsi.

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Inoltre è ormai da anni che non esce il sole, nevvero? Già. Be', io torno di là a bestemmiare.

See ya.

lunedì 23 novembre 2009

Vi insegno a vivere / 3.

C'è che oggi camminavo e mi son chiesto come sarebbe la nostra vita se avessimo dei tentacoli.
Non è vero.
Oggi camminavo e mi sono immaginato vestito da sub mentre donavo qualcosa a Obama.
Non è vero.
Oggi camminavo e ho visto un delfino farsi di crack.
Non è vero.
Oggi camminavo e sono inciampato sull'Everest.
Naaa, non è vero.
Oggi camminavo e ho limonato duro con la tipa che spiega agli utenti Sky come usare il telecomando ecc.
Non è vero, ahimé.
Oggi stavo camminando e ho sparato in aria e ho ucciso un piccione e un signore in deltaplano (però io venivo da destra).
Oggi camminavo e mi sono spogliato nudo, poi mi sono buttato in mare e nessuno m'ha detto niente.
Non è vero.
Oggi camminavo e mi son ricordato che l'ultima volta che una ragazza m'ha visto nudo ha cercato il bottone "Mi piace", credendo fossimo su Facebook. Dopo un po' però voleva ripigiarlo per dire "Non mi piace più".
Non è vero, lo giuro.
Oggi stavo cammindao e ---
Non è vero. Oggi non ho mai camminato, sono stato immobile. Mi faccio trasportare su un lettino da degli elefanti.

Non è vero.

venerdì 20 novembre 2009

Er digitale de che?

Lo switch off dell'analogico in favore del digitale ha prodotto non poche grane nel Lazio. Molti utenti, gabbati o impreparati, si sono ritrovati lo schermo tv spento e Giurato che cucinava ravioli in cucina. Un romano ha giurato di riuscire a vedere solo righe colorate blu-rosse e d'aver visto i suoi pesci rossi criticare un tronista. Una vecchietta di 96 anni, M.B., s'è detta stupita di questa nuova radio-che-si-vede ed è poi morta cercando d'ingoiare il decoder.
Due ragazzi, pregiudicati per possesso di hascish, han confessato che la tv loro non ce l'hanno mai avuta e che hanno acquistato il decoder solo per svuotarlo di tutti i chip e usarlo come bong. "Un trip digitaleeeeeee!" ha escalamto Feffy, uno dei due, mentre conversava con un cavalluccio marino su Plutone. Un bambino di sei anni è rimasto traumatizzato nel veder scomparire il segnale dallo schermo. Colto dal panico, ha tentato di aprire un libro ma l'intervento dei genitori è stato subitaneo. Ora il piccolo è ricoverato al Fatebenefratelli e, stando ai medici, ce la farà.
La testiomonianza più angosciante, però, proviene dal Tuscolano, dove un signore di mezz'età, aprendo lo sportello del microonde, si è ritrovato la sala di Padre Pio proveniente dal canale omonimo. "Non sapevo che fare - ha detto - ho troppo rispetto per la sua persona per bucarlo con una forchetta."

mercoledì 18 novembre 2009

martedì 17 novembre 2009

Uso GIMP come un neanderthal. Ecco i risultati: il processo breve.

Appunti su di me.

Siccome ci sono cose che succedono spesso e credo che il cervello umano funzioni molto per istinto, ossia secondo consuetudini che il cervello stesso crea e a cui si sforza di obbedire, alcuni segnali ci comunicano un'informazione particolare. E solo quella, nient'altro. Nel frattempo ci si può tranquillamente sbagliare e ridere della propria idiozia. Ma non è questo punto. Se ad esempio istruisci un cane a cagare scondinzolando quando gli dici Giaaaaack, quello impara. Se un tuo amico prova a dirgli Giaaaaack con lo stesso tuo tono, imitandoti, magari il cane caga e scodinzola. Ma mica sei stato tu a dirglielo.
No?
Questo per dire che ho appena creduto di sentire la voce della mia vicina di casa che chiama suo marito nel clacson di un tir di passaggio.

I maya han votato per Marino, infatti.

Pare che il Pd stia risalendo nei sondaggi. Qualcuno dice - a ragione - grazie al crollo di Berlusconi, altri (Repubblica) blaterano di un nebuloso effetto Bersani e altri ancora (io) ritengono decisivo la pubblicità fatta al partito da 2012.

lunedì 16 novembre 2009

Marisa Marisa Marisa.

Pezzo fatto in qualche secondo (improvvisando man mano) per testare questo programmino.

Quando Marisa diceva certe cose c'era davvero da crederle, nessuno le rideva addosso. Tutti la ascoltavano e avevano cura di fingersi innamorati di lei, perché Marisa da bambina aveva spezzato un testicolo ad un camionista e da allora si vantava di saperlo fare anche bendata. E' come rompere una ghianda, diceva sempre. Quando diceva cose del genere io mi mettevo una mano su quella zona e pregavo per tenermi le balle ben strette al corpo.

Tutte intere.

Grazie al cielo finora è così ma non vorrei davvero fare arrabbiare la Marisa.

Essa era grassa e perennemente sudata. Era simpaticissima, però. Una sua storia, anche se raccontata di primo mattino, era sempre impagabile. A me piace pensare che nemmeno una donna nel bel mezzo d'un parto doloroso avrebbe rifiutato una chiacchierata con Marisa.

Perché lei era davvero così.


Insomma, ieri è morta. Domani i funerali.

Cucchi.


Ogni volta che Giovanardi parla,
muore una fata.

domenica 15 novembre 2009

Oltre queste fredde mura.

Pubblico qui (e dove sennò?) un bellissimo pezzo uscito dalla mente appuntita di MelissaP2.

MIGRANT'S CASTLE: il gioco!

Consegni la tua dignità e inizia il gioco.
Parti principalmente da Eritrea, Somalia, Etiopia; ex colonie italiane in situazioni di guerra e/o regime.
Paghi per attraversare il deserto.
Peschi una carta e i passeur si fermano a metà strada: se hai altro denaro continui stipato come verso Auschwitz, in piedi, ammassato con gli altri, senza aria, col caldo, senza cibo, senza pause per defecare e urinare.
Se non hai denaro vieni abbandonato lì.
Sempre che il flusso migratorio del periodo non sia troppo vasto, altrimenti il passeur puo' sempre decidere di prosciugarti del denaro ma di riportarti al punto di partenza per non perdere tempo e affari, e ricominciare con altri.
Se sei un bambino i compagni di viaggio cercano di farti avvicinare al telone del camion per trasporto merci e di farti respirare un po' d'aria dai buchi che qualcuno è riuscito a fare con una penna.
Peschi una carta e sei una donna e ci si ferma in un'oasi.
Tentano di stuprarti e ci riescono.
Peschi un'altra carta e chiedono altri soldi per continuare il trasporto: se la colletta basta, vai avanti.
Se la colletta non basta, puoi sempre pagare in natura e andare avanti.
Se il tuo uomo o tuo fratello è con te e ti difende, muore.
Se gli altri difendessero lui, morirebbero loro: perché l'autista è l'unico che sa muoversi in un deserto privo di strade.
Arrivi in Libia.
Ti fermano previa irruzione della polizia in combutta coi passeur che ti avevano detto di aspettare nel capannone abbandonato in cui ti hanno trasportato.
Finisci in uno dei centri di detenzione, magari in uno dei tre finanziati dall'Italia.
Sei uno dei pochi che ha i documenti da rifugiato politico? who cares? Strappati, dimenticali: in Libia non è concepito il diritto all'asilo politico e nello scambio Libia-Italia/controllo-gas più petrolio i tuoi diritti non sono compresi.
Nell'accordo segreto del 2003 avevano previsto 1000 sacchi per cadaveri ma non i tuoi diritti.
La tua cella ha in media sessanta persone(?!) per due stanze nella miglior ipotesi tre metri per cinque.
Un unico cesso spesso intasato che accompagnerà il tuo pasto giornaliero di riso scotto senza posate.
Peschi una carta e a volte peschi un pezzetto di pomodoro in quel riso.
Peschi una carta-igiene, scegli: dermatite, asasia o scabbia? Praticamente non hai acqua per bere, figurarsi per lavarti; hai le piaghe.
Peschi una carta-consiglio e sei hai un materasso è meglio che dorma per terra, almeno lì le pulci non ci sono.
Sempre che non te le passi uno dei quattro che dormono incastrati attorno a te.
Non hai pescato una carta-consiglio e ti sei lamentato delle condizioni di igiene e di malnutrizione e ora giù botte dalle guardie con manganelli che danno la scossa e ti gonfiano il viso e arrecano danni al sistema nervoso come una simpatica cecità temporanea di qualche giorno.
Se non ti hanno derubato all'ingresso, se non ti avevano derubato del tutto prima, paghi, corrompi ed esci e puoi tornare al punto di partenza fin quando resisti, o a cercare qualche altro passeur per il mare.
Peschi una carta-probabilità e ti fermano nuovamente prima della partenza: ancora percosse, ancora detenzione con una pena proporzionale alla tua possibilità di pagare.
Se non hai contanti non c'è problema, c'è sempre la Western Union ed un parente in patria o magari all'estero.
Se non hai la possibilità della Western Union ti possono sempre vendere a qualche libico o ai nuovi tuareg. Nel primo caso ti recludono sino al riscatto, nel secondo fai da schiavo o se ti è uscita la carta-donna, fai la prostituta.
Se peschi la carta-ribellione puoi stare fermo per un turno sotto al sole cocente, sepolto nel terreno fin sopra il ginocchio, di modo che l'articolazione sia immobilizzata e che non ti possa sedere e avere sollievo.
Se sei vivo, a sera, torni in carcere.
Ma hai nuovamente pescato la carta-donna: le guardie irrompono in cinque o sei, c'è la violenza carnale di gruppo di fronte alla massa delle compagne di cella. Se ti ribelli, ti massacrano sinché non puoi opporre più resistenza allo stupro.
Se hai fortuna usano solo il cazzo.
Se non la hai, usano il manganello, il cazzo e magari resti anche incinta.
Ti tocca pescare una carta-aborto di fortuna.
Hai pescato la carta-esci di prigione, ottimo: una mattina ti caricano su un camion in uno spazio sei metri per due da dividere con fino a 150 persone(?!), senza finestre, senza bere, con viaggi che durano anche tre giorni per arrivare alla frontiera meridionale libica e in mezzo al Sahara abbandonarti a te stesso.
Sei di nuovo in Libia ma hai pescato la carta-probabilità sbagliata, peccato: ti ha fermato un bambino per chiederti soldi ché hai la faccia di chi vuole l'Italia a tutti i costi e qualcosa da parte per il viaggio devi averla.
Ma non li hai e il bambino ti accoltella.
Non li hai e si limita ad inveirti contro.
Poi pero' si avvicinano gli amici più grandi: tu hai saputo fingerti arabo e non cristiano; ti hanno chiesto d'intonare una preghiera del corano e la conoscevi, vai pure.
Ti allontani sentendo le grida del tuo amico, un maledetto cristiano nero che perirà di lì a poco in una pozza di sangue.
Sei stato fortunato: sei sopravvissuto alla fame e alla sete durante il viaggio nel deserto, il passeur stranamente non ti ha venduto alla polizia e sei arrivato a metà del tragitto in mare; ma qui ti hanno fermato senza minimamente interessarsi al tuo possibile status di rifugiato politico e nonostante per questo i respingimenti collettivi siano per questo vietati: vai ad uno dei centri di detenzione.
Hai pescato la carta-scatta la rissa durante il rientro in porto: la polizia spara sul mucchio, sei morti sul colpo.
Carta-senza motivo: ti prendono a manganellate sotto la pianta dei piedi (zona altamente sensibile); oppure ti fanno sedere su di una sedia senza il fondo, nudo: manganellate tra glutei, perineo e genitali. Indi corrompi, paghi, esci.
Paghi un passeur, ritenti il mare.
La barca regge, il motore non va in avarìa ma nel tuo gruppo non c'è nessuno che sappia veramente qualcosa di navigazione, il peschereccio che incrociate vi ignora perché se da un lato è obbligato ad aiutarvi per ciò che sancisce il diritto marittimo internazionale, dall'altro può essere incriminato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina; vi perdete, finiscono cibo e acqua prima ancora del carburante: non peschi nessuna carta, forse un giorno pescheranno la tua salma.
Bravo, hai evitato la carta-donna incinta arrestata che ha le doglie e grida senza che nessuno accorra e finisce col partorire da sola in prigione; neanche la carta-ferite inferte sulla schiena col cavatappi ti ha fermato; la carta-rottura delle articolazioni delle dita più privazione di cibo e sonno son roba vecchia.
Hai superato tutti gli ostacoli e sei arrivato in Italia: benvenuto al secondo livello.



gesùcristo®.

Voglio raccontarvi una storia.
Un giorno - ero alle medie e avevo i capelli a caschetto - il gesùcristo che ci guardava dal muro sopra il testone biondo della profe di matematica, cominciò a piagnucolare come come un'Alessia Merz in un mondo senza corpi cavernosi. La profe alzò la sua testa e insieme a quella tutti i suoi capelli (che puzzavano di qualcosa, non lo capivo che odore avesse; poi però son cresciuto e ho capito che ella, come tutti i docenti di quella materia, puzzava di matematica) e guardò il gesùcristo.

La cosa buffa è che nessuno di noi era sopreso. L'altra cosa buffa è che nel frattempo il mio compagno di banco si stava masturbando in bagno. (Be', avevamo tredici anni, perdio. A quell'età le vene sono piene di ormoni grossi come roditori maschi, quindi non rompete.) Nessuno era sopreso, dicevamo. A quell'epoca tutti piangevamo per qualcosa. Io due giorni prima avevo pianto per avere lo scùter, una mia compagna aveva pianto perché un bullo della terza effe le aveva toccato quei prototipi di tettine che aveva e poi non le aveva più parlato.
E anche gesùcristo ora piangeva, ma tutti si sentivano costretti a fregarsene. Chissà perché.

Così fu la profe a parlare: "Che hai gesùcristo?" gli sussurò pulendosi il gesso della lavagna dalle mani. Ma il simpatico omino di legno non rispose. Continuava a piangere e sembrava disperato come Flavio Briatore davanti a dei logaritmi. A me cominciava a fare pena. Pensavo: "Ma che hai, gesùcristo?"

Nel frattempo Tullio rientrò in classe. Aveva finito di segarsi in bagno. Era felice e col fiatone.
"Che mi son perso?" mi chiese.
"Bah niente. Ha finito d'interrogare Trostafulli e gesùcristo poi s'è messo a piangere."
"Perché, non voleva essere interrogato?"
"Immagino di no. Com'è andata la sega?"
"Bene. Ho pensato a tua cugina"
rispose convinto.
"Ci penserei anch'io se non fosse mia cugina."
"Se vuoi ti presto la mia..."
"Tua cugina sembra un triceratopo truccato male."
Ed era vero. E mi scuso con i triceratopi presenti.

Poi la profe ci zittì, avvicinò la testa al gesùcristo e gli richiese: "Insomma, che hai da piangere?"
L'omino di legno, che aveva dei segni rossi sulla pelle bianca, tipo dei buchi che dicono siano stati i romani a farglieli, e io ci credo perché possono essere cattivi, specie i tassisti romani che mi ricordo che quando Bersani voleva fare le liberalizzazioni pensai che se l'avessero preso lo avrebbero crocifisso minimo, l'omino di legno dicevamo si stacco dalla croce e ci guardò. Tullio non potè fare a meno di pensare al suo pene tutto appiccicaticcio mentre gesùcristo lo guardava. E si sentì a disagio.

Il gesùcristo si asciugò le lacrime e si confidò: "Ecchecazzo," disse, "mi sento osservato, ok? Sono gesù, ok, ma sono timido. Ora, se permettete, vado al bagno."

Nessuno lo vide tornare. Due settimane dopo la profe portò un crocefisso nuovo e lo piazzò sul muro, sopra la sua testona.

Da quel giorno mi chiedo: dove se n'è andato? è caduto nel water? è scappato? è in Nepal a difendere i buddhisti? in Algeria a inseguire cammelli?
Tutte domande che posi anche a Tullio ma lui pensava ad altro.
Mi disse: "E se è andato a tirarsi una sega?"
"Non essere imbecille,"
gli dissi.
"E invece si. E lo fa pure pensando a tua cugina!"
"Ciò la renderebbe santa,"
conclusi soddisfatto.

sabato 14 novembre 2009

Vi insegno a vivere / 2.

Regolina. Se coltivando l'orto di casa trovate un ordigno nucleare, pitturatelo di rosa. Sarà dolcissimo.

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Intimità. Scopare indossando delle pinne. E' reato? E' sexy? Perché così poche ragazze lo accettano? E che ne è dei boccagli? Aiutatemi a capire.

Intervista al pene di B.

Pubblico qui un pezzo che trovate anche su Mamma!.

“Sono stanco. Tutti i colleghi della mia età sono calmi, flosci e imbolsiti. Lavorano solo durante le pisciate, niente di più. E invece... mi guardi: bucherellato, punto da siringhe, secco, liftato, sfibrato, impomatato, arrossato.”

Ha voglia di parlare, il nostro uomo. Prima di incontrarlo, temevo che mi sarei imbattuto in un muro di mutismo omertoso dal quale non avrei tratto un misero Elio Vito da un buco. E invece eccomi qui a dover contenere la dissenteria vocale del nostro intervistato.

“Dopo la vicenda della bocciatura lodo Alfano, per esempio, B. continuava ad urlare e a maledire la Corte. Era davvero pieno di collera fino al trapianto. Percuoteva Bondi con una stecca azzurra – la Stecca della Libertà la chiama, era l'idea di scuola moderna della Gelmini – e Sandrone assunse l'espressione da stercoraro tipica dei suoi momenti bui. Fu subito costretto a chiamare le ragazze e...”

E che successe?


“Quelle corsero nella sala urlacchiando come degli ovini. Qualcuna venne distratta da del becchime sparso sul pavimento ma le rimanenti accorsero verso B. sbavanti. Chi sognava una velinata, chi una letterinata, chi puntava me e basta. Sembravano tigri affamate. Io avevo freddo e tanta paura.”

La sua è una vita difficile?


“Si. Non so quanto riuscirò a reggere ancora... Sono un pene, mica Ghedini.”

Ma scusi, non può ribellarsi? Magari il Signor B. a lei dà ascolto...


“Lei darebbe retta ad qualcuno totalmente ricoperto di saliva?”

Ha ragione. E che ne pensa del Governo? E di Fini che ci dice: ci è o ci fa?

“Io votavo Udeur, lo scriva. La posizione di Fini mi sembra più vicina ad una certa destra europea e laica. E comunque ci è, me l'ha detto il suo pisello.”

Ma questo è uno scoop! Lei è in contatto con i peni di tutti i politici italiani?


“E non solo. Ha presente le battute sull'Obama abbronzato? L'ho suggerita io a B. L'incontro con Barack nel bagno della Casa Bianca mi umiliò profondamente. Se l'è meritata.”

Ma scusi, questo è razzismo!

“Si, ma quello è un pitone.”

Siamo verso la fine dell'intervista. Quale sarà la vera eredità di B.?


“Ha riabilitato tutto e tutti. La sua eredità sarà il pastone di servi.”

La ringrazio, signore. Spero di rivederla presto...


“È stato un piacere. Le sconsiglio di stringermi la mano: innanzitutto non saprei con cosa stringere la sua e in secondo luogo sono sporco: B. è appena sceso dal letto di Putin.”

venerdì 13 novembre 2009

Le meraviglie della Natura: i metallari.


Siamo agli inizi di settembre, l'autunno ormai è alle porte. É tempo per i metallari di migrare verso sud.
Gli esemplari più robusti, specie di sesso maschile, spiccano per primi il volo e fungono da guida per quelli più vulnerabili. Tipo quelli che ascoltano i Metallica.
Omhar, un metallaro di 37 anni che si è tatuato sullo scroto il profilo sinistro di Lemmy, è il capo branco e, come tale, grida e starnazza per tutto il tragitto. Non c'è nulla da fare, è l'unico modo che ha per mantenere unito il gruppo. Qualora non starnazzasse, infatti, alcune femmine potrebbero separarsi dal gruppo in cerca di nuovi lidi, come la house o il flamenco con il fidanzato. Ma Omhar è un'ottima guida e una sicura difesa: nemmeno l'incontro con uno spelacchiato stormo di punker 77 riesce a dividere la sua Famiglia. Tutti i metallari lo seguono fiduciosamente, senza pensare ad altro.
Il piccolo Satano, di soli 12 anni ma con già sette incendi dolosi sul groppone, d'un tratto si stacca e ruba le uova ad una simpatica coppia di piccioni che nei paraggi avevano costruito il loro nido. "Metallaro di merda!" grida il piccione. Sua moglie indossa una t-shirt di Avril Lavigne.

Lo stormo dedito al metallo li scherza con riferimenti poco costituzionali alla loro vita sessuale.

Ma ecco un imprevisto. Giunti quasi all'isola in cui i metallari svernano ogni anno, la trovano miseramente già occupata. Dei grossi roditori, simili a degli opossum di cattivo gusto, si sono impossessati della loro zona.
"Chi diavolo siete voi?" chiede Ohmar.
"Eeeeeeh, bro'... non ti rabbuiareeeee.... tanto la vita fa schifo", risponde il leader di quelle bestie. Poi, prende una lametta e ci si taglia le vene del polso. Tutti gli altri lo imitano, felici.

In pochi secondi, l'intero branco di roditori chiamati Emo muore innondando la terra di sangue.
Ohmar, per festeggiare, li cuoce e li serve al suo allegro stormo.

Verso le undici di sera il capo branco caccia un fischio e tutti capiscono: è arrivato il momento dell'abbuffata di pipistrelli vivi! Ma i membri del branco sanno bene che la pacchia durerà ancora ben poco. A breve, infatti, sarà ancora primavera e loro torneranno nelle loro città di cemento e Gucci. "Sopravvivere ancora molti anni sarà dura", ci dice Ohmar mentre scuoia una vecchia.

Sì, Ohmar. Il futuro metallico non sarà roseo ma noi saremmo sempre con te. A narrare una storia mai uguale, sempre piena di colpi di scena e avventura: la storia dei metallari.

giovedì 12 novembre 2009

Concorrenza sleale.


Premesso che dovrei davvero imparare ad usare Gimp, ecco un trafiletto bello dal Leggo di ieri.

mercoledì 11 novembre 2009

Maroni sbrocca: "Gandhi è molto fazioso!"

Di seguito un mio articolo pubblicato da Mamma!, rivista satirica che se non conoscete, conoscetela qui.

La rabbia è salita all'improvviso, lasciando scossi i giornalisti accorsi per la terza edizione della Sagra del cane spastico di Villorba Bassa. Ospite d'eccezione quest'anno il Ministro Maroni, uomo pacato e uso a rosicchiare gattini per distrarsi.

A farlo infuriare - dicono fonti vicine al Viminale - è stata l'ennesima domanda sul conto del Mahatma Gandhi, il bizzarro personaggio indiano noto per le sue idee estremiste.
"E cosa sarebbe questa storia della pace, della tolleranza? - ha sbraitato Bobo Maroni - noi siamo il governo del Fare, non del Parlare! Mi sembra che quello straniero magrolino non l'abbia ancora capito, dato che continua a disturbarci."

Nel gelo della sala - colma di cani malati e di loro padroni che non stavano tanto meglio - è calato il silenzio, soffice e fatato come il ciclo della Carfagna. Una voce ha osato: "Ministro, guardi che Gandhi è morto da tempo..." ed ecco Maroni placarsi, conscio di poter eliminare dalla lista nera governativa (ce l'ha Pollari, chiedetela a lui) almeno una voce. E conclude: "Sono felice. L'indiano del cazzo ha fatto la scelta giusta. Forse un po' forte ma almeno ha evitato di porsi in un atteggiamento d'ostilità del governo italiano. Per solidarietà sarò felice di incontrare suo padre, magari nello stesso giorno in cui il Premier inconterà quello dei fratelli Cervi."

Sonore critiche, ovviamente, dall'opposizione. "Gandhi era un dipietrista, d'accordo - ha esclamato Bersani sorseggiando il suo biberon - ma la morte è una cosa seria. E poi a me l'India mi piace: geograficamente sembra lo scroto dell'Asia".

Tutti hanno applaudito e verso le nove di sera è stato proclamato il vincitore della Sagra: è il grazioso Vittoriofeltr, un barboncino con il retto comunicante con la bocca. "E' molto dolce, - ha detto il suo padrone - ma quando abbaia scoreggia".

Presidente presenzialista.

Siccome Sarkozy ha detto che era presente (armato di piccone e Perestroika) a Berlino, mentre il muro crollava; e la cosa ha fatto molto discutere - che lui ha anche pubblicato una foto in cui lo si vede risolvere la Guerra Fredda senza tanti sorrisi -; e però tutti in Francia e altrove lo conoscono come un Berlusconi-vorrei-ma-non-posso, ossia uno le cui macchine usate non dovrebbero essere acquistate alla cieca; e c'è chi dice che Nicolas sia invece arrivato a Berlino giorni e giorni dopo il big day, come tutti gli altri sfigati; Liberation ha pubblicato alcuni fotomontaggi spassosissimi che ritraggono Sarkozy mentre fa tantissime cosine simpatiche.

Potevo essere più chiaro, forse. Le potete vedere qui, ad ogni modo.


P.s. Dice l'uomo della strada: "Si, però intanto lui si scopa Carla Bruni". Oh, anch'io lo faccio, uomo della strada. Solo che non lo dico.

Burrone(*) o soldato?

"Da ubriaco te la faresti?": questa secondo molti è la migliore delle scriminanti per capire se una tipa è obliterabile o meno. Ma secondo me c'è di meglio. Io, ad esempio, uso questa sentenza:

Se fosse nata a Sparta che fine avrebbe fatto?

Le risposte a tale domanda sono spesso una fornace di metasificità e la cosa bella è che non so cosa sto dicendo!



(*) Burrone nel senso di profondo buco sulla crosta terrestre, non nel senso di immane panetta di burro.

martedì 10 novembre 2009

Hello Kitty è nazista.

La mia prima fidanzatina era una tiranna e odorava di merda. Il brutto è che ogni volta che Giovanardi parla, penso a lei.

Mi chiedo: è lecito augurare le cose brutte alle persone, anche se se* lo meritano? Andrò all'inferno, quel posto in cui Previti deve entrare accompagnato dai genitori? O magari Iddio mi punirà e mi trasformerà in un tanga di Galeazzi. (I tanga di Galeazzi li riconosci subito perché c'è scritto sopra Luna Rossa. Anzi no: i tanga di Galeazzi sono serviti ad incellophanare la Terra dopo la creazione.)

* "Se se". Fa ridere. Niente, tutto qui.

Numero 23.

Io sono a pagina 16, mi riconoscete perché l'articolo è anonimo. Buona lettura e, se volete obbedire alla testata del magazine, scaricatelo qui. Tranquilli, è legale.

Vi insegno a vivere.

Era estate e di notte uccidevo mosche schiacciandole con i libri. (Ora potrei dire: "Il peso della cultura" ma certe cose le lascio a Gene Gnocchi.) Le rare volte che riuscivo nel mio intento gli insetti morivano e rilasciavano - ovviamente per dispetto - i loro pezzi organici (le più grosse anche una goccia di sangue: sangue mio, probabilmente) sulla copertina del libro-killer. O sul muro.

Così capii (era sempre estate e di notte schiacciavo sempre mosche coi libri) di non poter più sopportare questo ricatto zanzarioso: tu mi uccidi ma io ti sporco libri e muro. No no.

Da allora (dall'estate in cui schicciavo insetti con libri, insomma) uso solo libri di Fabio Volo. Per fare un lavoro completo gli ho rubato anche un muro da casa. Così almeno adesso sporco il suo.


Progetto per l'estate ventura
(che passerò comunque a schiacciare insetti nottetempo): usare direttamente Fabio Volo .

* In realtà non ho nulla contro Fabio Volo, il vip. Sto parlando di mio cugino.

Che fine fanno i conti dello IOR? ovvero Una fumata bianca.

Fatti un giro nel quartiere, vieni a vedere. Voi tutti conoscete la mia debolezza per il papato, passione che va ben oltre la fustigazione di minorenni e che solca il cuore, vellica i sentimenti e dimora i brachiosauri. (Era tanto per dire.) Adoro l'idea di considerare un uomo vestito in modo strambo come qualcosa di sovraumano. Superman! Spiderman! Zorro! Malgioglio!

È più forte di me.

Ad esempio ricordo che quando ero bambino mi piaceva guardare gli Angelus della domenica facendo zapping con Guida al campionato. Se avevi la febbre alta vedevi Baresi intercettare Noè in tackle. Ma non è questo ciò di cui voglio parlarvi (se vi interessa l'argomento, rimando al mio saggio del '97, Mosè, ricordati di chiudere l'acqua quando vai in bagno, Mondadori), bensì di un movimento culturale d'avanguardia che da anni, mimetizzandosi da robaccia da balera, plasma menti e coscienze. Il ballo liscio.

Se avete poco da fare – ma se siete qui di certo non siete Marchionne – andate a qualche concertino paesano. È come assistere all'autopsia del nazionalpopolare. Come indossare la pelle di Pippo Baudo.

Ma andiamo per gradi, come diceva Celsius. Cominciamo da un link: questo link.

La donna (?) che vedete imporporata di pixel è Alida Ferrarese, secondo alcuni la persona che spiega perché alcuni sordi sorridono sempre. Inizia la carriera giovane, la bella Alida, e ben presto si fa riconoscere grazie ai suoi tallieur retrò, i suoi capelli montati con topping al cioccolato e la sua voce, che sembra quella di mille gattini che s'immolano ad Allah.

Pochi anni fa (non mi sono informato granché sulla discografia; una mancanza, lo so, ma 'sticazzi) ha inciso un brano (il testo è di un certo Santimone, uomo-simbolo dell'analfabetismo di ritorno) tutto dedicato al papa pop Karol Wojtyla, dal titolo mistico: Una fumata bianca.

Ma veniamo a noi, diamine. Da dove inizia il nostro saggio? Ma dalla “terra di Cracovia”, obviously.


I primi secondi
. Non so dove abbiano scovato un filmino di Giovanni Paolo II che scuote le mani, ma Bonifacio VIII ha staccato cazzi per meno. L'idea che il papa (il capo degli scagnozzi di Dio sulla Terra) accompagni gesticolando un riff di mandolino (probabilmente MIDI), non è granché dottrinale. Bene, come vedete siamo già negli inesplorati fiordi dell'eccesso. Ci piace, ci piace!

E allora continuamo: al dodicesimo secondo entra lei, la statuaria e ribelle Alida, vestita di bianco (“Sembra un angelo caduto dal cielo”) e il sorriso luminoso di una Lara Croft all'Inps. Dietro di lei, una folla impazzita aspetta che il papa rientri sul palco per il rituale bis di Twist and Shout.

Saranno famosi. Quando il pathos ti adocchia con quel suo fare suino e spinge per usarti da medium, c'è poco da fare. Ogni resistenza è inutile, sarete annichiliti. Succede quindi che la gente scriva le cose e non le controlli, ad esempio. Un po' per questo motivo la bella Alida canta parole storte e anti-poetiche, rendendo inutili e morbosi quelle opere intellettivi minoritarie che andiamo chiamando “manuali di metrica”.

Ma poco male, Dio è con noi.

Sentite qua: “Quanta dolcezza e coraggio / in quei suoi occhi chiari” (immagine di GP II che innonda d'inceso un'innocente madonnina) seguito da un'inspiegabile: “Una passione nel cuore: / voleva far l'attore”. Queste ultime perle sono accompagnate dalla bella Alida mentre, tutta fiera di quest'indiscrezione, annuisce al pubblico inflebato con la sicumera di uno Scaramella. La foga creativa piove dallo schermo e il fatto che gran parte delle strofe siano incastrate nella melodia come Costanzo dentro degli hot pants, davvero non importa. Povia al confronto è Tasso.

Anacoluti e altre cose che non perdonermo. “Tutte le strade del cielo portano a Roma /” dice la Ferraresi, e fin qui tutto ok, è risaputo, ma all'improvviso ecco spuntare un “Quando il signore del cielo non ti abbandona”. Che rapporto lega le due proposizioni? È come dire: “Ieri sono andato al mare” e poi “Miriam sente la stagflazione sempre più vicina”. (Che è un po' il riassunto della politica finanziaria di Tremonti.) Sembra un editoriale sull'Iraq di Christian Rocca, cribbio.

Mmm.

Aspettate un attimo. Ho detto cribbio? No, perché sentite qua: “Umile prete operaio che scrive poesie”. A-AAAAAH! Tana per Ferrarese! Ecco di chi stiamo parlando! Di Silvio, presidente-operaio (Goebbels è ancora lì che si chiede: “Ma perché non c'ho pensato io?”) e pure poeta (Apicella testimone: Mister B. sa emozionare. Specie sul lettone di Putin). Ora tutto si spiega: è un abile parallelismo Vaticano-Arcore.

(Lo sentite questo sibilìo? È Bondi che sborra.)

E io che credevo che tanta arte nascondesse una farcitura di cattocomunismo! No, grazie al cielo, almeno il liscio non ha ceduto alle pulsioni anti-italiane (nonostante l'opposizione cieca e sorda del liscio da Festa dell'Unità).

Così, smantellando in pochi istanti inutili secoli di Bach e Chopin, arriviamo al primo ritornello: melodia e parole impeccabili, con quel riferimento alla “fumata bianca” che chiunque abbia mai usato un bong... ci siamo capiti. (Questo spiegherebbe tutto, davvero. Sarebbe l'attenuante migliore per il duo Sansimone/Ferrarese. E invece no. Magari l'incenso. O la banana al microonde, chissà.)

La seconda, tragica strofa. “Un viaggiatore che a tutti / portava il suo sorriso” flauta la divina Alida, firmando autografi vocali ai cherubini. Il tutto è supportato da filmini di repertorio in cui GP II sbaciucchia asfalti d'aereoporti forestieri e, effettivamente, sorride. Sembra che tutto sia tornato normale, che la bolla di gas nella vena ferraresiana si sia sgonfiata prima di giungere al cervello, e invece ecco la vera bomba, il verso-Hiroshima: “E finalmente crollava il muro di Berlino”.

Un'analisi coraggiosa, quella del Santimone: pare, infatti, che il crollo del muro sia stato causato dal jet papale che, rovinando sulla città, ha liberato il mondo dalla minaccia sovietica. Non so se sia vero ma sento Paolo Guzzanti ululare. Vorrà pur dire qualcosa.

Poteva forse mancare Ali Agca? Ovviamente no. Alida tratta l'argomento con la grazia di uno space shuttle, ma il pubblico è felice. (A proposito dell'attentato al papa. Ripensateci per un istante: quel tragico evento, oltre allo shock eccettera, non vi ha un po' deluso? Tutto il mondo era convinto che la papamobile fosse dotata di congegni malvagi alla 007: speroni d'acciaio, missili, puntine da disegno a tre punte, maschere, Ratzinger. E invece è bastato un cretino e a momenti papa Giovanni si ritrovava a fare pokerini con Gesù. E poi dice che c'è crisi nei fedeli. Eh, se non vi aggiornate!)

L'appuntamento, comunque, fu solo rimandato dato che “Dio l'ha chiamato a suo fianco una sera d'aprile” e soprattutto che “Anche le stelle hanno pianto a vederlo partire”.

Qui la Ferrarese rispolvera coraggiosamente dal suo garage cerebrale il vecchio adagio infantile per cui pioggia = pipì degli angeli. (La grandine sono i calcoli di Giuda.) Invece sulle voci, nemmeno troppo infondate, che parlano della richiesta di Papa Giovanni di avere una dolce morte, nemmeno l'ombra. Ma, si sa: è religione, mica realtà. "Se sta a scherza', eddaje!".

Fin. Seppellito Wojtyla (un lavoraccio mediatico durato settimane che fece sospettare un ritorno a sorpresa), la canzone può terminare e abbandonare dalla morsa i nostri maroni. Toh, si scrive anche meglio, guarda un po'.

Il brano termina con altre ventisette ripetizioni del ritornello e con un dubbio: ma fra tutte le foto di Wojtyla perché non hanno messo la più interessante? Bah, la metto io, che sennò Pinochet si offende. Era così egocentrico, quel cileno. Così virile. Così un pazzo criminale sanguinario.

Amen.

P.S.: Hezbollah si è detta molto interessata all'acquisto dei diritti di Una fumata bianca. Maledetti. Arme chimiche.