martedì 10 novembre 2009

Che fine fanno i conti dello IOR? ovvero Una fumata bianca.

Fatti un giro nel quartiere, vieni a vedere. Voi tutti conoscete la mia debolezza per il papato, passione che va ben oltre la fustigazione di minorenni e che solca il cuore, vellica i sentimenti e dimora i brachiosauri. (Era tanto per dire.) Adoro l'idea di considerare un uomo vestito in modo strambo come qualcosa di sovraumano. Superman! Spiderman! Zorro! Malgioglio!

È più forte di me.

Ad esempio ricordo che quando ero bambino mi piaceva guardare gli Angelus della domenica facendo zapping con Guida al campionato. Se avevi la febbre alta vedevi Baresi intercettare Noè in tackle. Ma non è questo ciò di cui voglio parlarvi (se vi interessa l'argomento, rimando al mio saggio del '97, Mosè, ricordati di chiudere l'acqua quando vai in bagno, Mondadori), bensì di un movimento culturale d'avanguardia che da anni, mimetizzandosi da robaccia da balera, plasma menti e coscienze. Il ballo liscio.

Se avete poco da fare – ma se siete qui di certo non siete Marchionne – andate a qualche concertino paesano. È come assistere all'autopsia del nazionalpopolare. Come indossare la pelle di Pippo Baudo.

Ma andiamo per gradi, come diceva Celsius. Cominciamo da un link: questo link.

La donna (?) che vedete imporporata di pixel è Alida Ferrarese, secondo alcuni la persona che spiega perché alcuni sordi sorridono sempre. Inizia la carriera giovane, la bella Alida, e ben presto si fa riconoscere grazie ai suoi tallieur retrò, i suoi capelli montati con topping al cioccolato e la sua voce, che sembra quella di mille gattini che s'immolano ad Allah.

Pochi anni fa (non mi sono informato granché sulla discografia; una mancanza, lo so, ma 'sticazzi) ha inciso un brano (il testo è di un certo Santimone, uomo-simbolo dell'analfabetismo di ritorno) tutto dedicato al papa pop Karol Wojtyla, dal titolo mistico: Una fumata bianca.

Ma veniamo a noi, diamine. Da dove inizia il nostro saggio? Ma dalla “terra di Cracovia”, obviously.


I primi secondi
. Non so dove abbiano scovato un filmino di Giovanni Paolo II che scuote le mani, ma Bonifacio VIII ha staccato cazzi per meno. L'idea che il papa (il capo degli scagnozzi di Dio sulla Terra) accompagni gesticolando un riff di mandolino (probabilmente MIDI), non è granché dottrinale. Bene, come vedete siamo già negli inesplorati fiordi dell'eccesso. Ci piace, ci piace!

E allora continuamo: al dodicesimo secondo entra lei, la statuaria e ribelle Alida, vestita di bianco (“Sembra un angelo caduto dal cielo”) e il sorriso luminoso di una Lara Croft all'Inps. Dietro di lei, una folla impazzita aspetta che il papa rientri sul palco per il rituale bis di Twist and Shout.

Saranno famosi. Quando il pathos ti adocchia con quel suo fare suino e spinge per usarti da medium, c'è poco da fare. Ogni resistenza è inutile, sarete annichiliti. Succede quindi che la gente scriva le cose e non le controlli, ad esempio. Un po' per questo motivo la bella Alida canta parole storte e anti-poetiche, rendendo inutili e morbosi quelle opere intellettivi minoritarie che andiamo chiamando “manuali di metrica”.

Ma poco male, Dio è con noi.

Sentite qua: “Quanta dolcezza e coraggio / in quei suoi occhi chiari” (immagine di GP II che innonda d'inceso un'innocente madonnina) seguito da un'inspiegabile: “Una passione nel cuore: / voleva far l'attore”. Queste ultime perle sono accompagnate dalla bella Alida mentre, tutta fiera di quest'indiscrezione, annuisce al pubblico inflebato con la sicumera di uno Scaramella. La foga creativa piove dallo schermo e il fatto che gran parte delle strofe siano incastrate nella melodia come Costanzo dentro degli hot pants, davvero non importa. Povia al confronto è Tasso.

Anacoluti e altre cose che non perdonermo. “Tutte le strade del cielo portano a Roma /” dice la Ferraresi, e fin qui tutto ok, è risaputo, ma all'improvviso ecco spuntare un “Quando il signore del cielo non ti abbandona”. Che rapporto lega le due proposizioni? È come dire: “Ieri sono andato al mare” e poi “Miriam sente la stagflazione sempre più vicina”. (Che è un po' il riassunto della politica finanziaria di Tremonti.) Sembra un editoriale sull'Iraq di Christian Rocca, cribbio.

Mmm.

Aspettate un attimo. Ho detto cribbio? No, perché sentite qua: “Umile prete operaio che scrive poesie”. A-AAAAAH! Tana per Ferrarese! Ecco di chi stiamo parlando! Di Silvio, presidente-operaio (Goebbels è ancora lì che si chiede: “Ma perché non c'ho pensato io?”) e pure poeta (Apicella testimone: Mister B. sa emozionare. Specie sul lettone di Putin). Ora tutto si spiega: è un abile parallelismo Vaticano-Arcore.

(Lo sentite questo sibilìo? È Bondi che sborra.)

E io che credevo che tanta arte nascondesse una farcitura di cattocomunismo! No, grazie al cielo, almeno il liscio non ha ceduto alle pulsioni anti-italiane (nonostante l'opposizione cieca e sorda del liscio da Festa dell'Unità).

Così, smantellando in pochi istanti inutili secoli di Bach e Chopin, arriviamo al primo ritornello: melodia e parole impeccabili, con quel riferimento alla “fumata bianca” che chiunque abbia mai usato un bong... ci siamo capiti. (Questo spiegherebbe tutto, davvero. Sarebbe l'attenuante migliore per il duo Sansimone/Ferrarese. E invece no. Magari l'incenso. O la banana al microonde, chissà.)

La seconda, tragica strofa. “Un viaggiatore che a tutti / portava il suo sorriso” flauta la divina Alida, firmando autografi vocali ai cherubini. Il tutto è supportato da filmini di repertorio in cui GP II sbaciucchia asfalti d'aereoporti forestieri e, effettivamente, sorride. Sembra che tutto sia tornato normale, che la bolla di gas nella vena ferraresiana si sia sgonfiata prima di giungere al cervello, e invece ecco la vera bomba, il verso-Hiroshima: “E finalmente crollava il muro di Berlino”.

Un'analisi coraggiosa, quella del Santimone: pare, infatti, che il crollo del muro sia stato causato dal jet papale che, rovinando sulla città, ha liberato il mondo dalla minaccia sovietica. Non so se sia vero ma sento Paolo Guzzanti ululare. Vorrà pur dire qualcosa.

Poteva forse mancare Ali Agca? Ovviamente no. Alida tratta l'argomento con la grazia di uno space shuttle, ma il pubblico è felice. (A proposito dell'attentato al papa. Ripensateci per un istante: quel tragico evento, oltre allo shock eccettera, non vi ha un po' deluso? Tutto il mondo era convinto che la papamobile fosse dotata di congegni malvagi alla 007: speroni d'acciaio, missili, puntine da disegno a tre punte, maschere, Ratzinger. E invece è bastato un cretino e a momenti papa Giovanni si ritrovava a fare pokerini con Gesù. E poi dice che c'è crisi nei fedeli. Eh, se non vi aggiornate!)

L'appuntamento, comunque, fu solo rimandato dato che “Dio l'ha chiamato a suo fianco una sera d'aprile” e soprattutto che “Anche le stelle hanno pianto a vederlo partire”.

Qui la Ferrarese rispolvera coraggiosamente dal suo garage cerebrale il vecchio adagio infantile per cui pioggia = pipì degli angeli. (La grandine sono i calcoli di Giuda.) Invece sulle voci, nemmeno troppo infondate, che parlano della richiesta di Papa Giovanni di avere una dolce morte, nemmeno l'ombra. Ma, si sa: è religione, mica realtà. "Se sta a scherza', eddaje!".

Fin. Seppellito Wojtyla (un lavoraccio mediatico durato settimane che fece sospettare un ritorno a sorpresa), la canzone può terminare e abbandonare dalla morsa i nostri maroni. Toh, si scrive anche meglio, guarda un po'.

Il brano termina con altre ventisette ripetizioni del ritornello e con un dubbio: ma fra tutte le foto di Wojtyla perché non hanno messo la più interessante? Bah, la metto io, che sennò Pinochet si offende. Era così egocentrico, quel cileno. Così virile. Così un pazzo criminale sanguinario.

Amen.

P.S.: Hezbollah si è detta molto interessata all'acquisto dei diritti di Una fumata bianca. Maledetti. Arme chimiche.


3 commenti:

  1. Più che post le tue sono "Encicliche Mascherate".... ma fare una cosetta di 10 righe NOO?? :-)

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  2. Ciao PV!
    Ahahah, è un post volutamente polpettoso e ambizioso... :-D

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  3. alida è una cantante bravissima...e anche questa canzone è bellissima!!

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