sabato 3 luglio 2010

Da ScaricaBile #32.

In attesa dell'uscite del nuovo ScaricaBile (33esimo e ultimo numero),
ecco i miei pezzi per il numero 32.


Abortire a Betlemme

Atei, scientisti e darwinisti sono i peggiori ceffi che potete incontrare, se siete delle cellule tumorali. Infatti, mentre noi uomini di chiesa rispettiamo ogni forma di vita, anche quella che conduce al trapasso, quelli credono di sapere cosa può e non può esistere e, nella fattispecie, combattono le cellule tumorali con cure mediche, raggi misteriosi e abbattimenti di antenne Radio Maria. E sono gli stessi senza dio, questi scientisti, che non esitano a raschiare uteri innocenti per eliminare feti non approvati dalla redazione di 'sto gran cazzo. Scusate il termine, fedeli, ma quando ci vuole ci vuole, diocane.

Oh, per carità, anche noi uomini di chiesa raschiamo embrioni ma di solito aspettiamo che abbiano compiuto qualche anno, e solo in situazioni di bondage estremo.


Lì fuori è pieno di abortisti ghignanti che imbalsamerebbero la loro madre per grattuggiare qualche bell'utero. Sono malati, confusi, colmi di satana – come gli ebrei, esatto, ma con il cazzo intero.

E spesso, travolti da questa furia, si sbagliano: ieri mi hanno raschiato il naso, per dire.

“Oh scusa, sembravi un feto!” si sono giustificati, con le loro facce da droga.


Vi dico questo, fedeli: se i Re Magi fossero stati degli scientisti-comunisti avrebbero sistemato per le feste la vergine Maria, portandole oro, incenso e grucce di ferro. E la nascita del Cristo, con la sua iconografia d'amore, speranza e bestiame, avrebbe dovuto fare spazio al capitolo “Raschiando il Salvatore”.

Re Magi del cazzo, con i loro cammelli pieni di merda.

E la povera Maria che avrebbe potuto fare? Chiedere aiuto a Giuseppe, forse? Tzé! Quello, corrotto da Odifreddi, avrebbe lasciato fare ai tre criminali, fregandosene di quel bambino non suo, di quella gravidanza incomprensibile e del suffisso “Vergine” che Maria manteneva nonostante la nottata con l'angelo Gabriele e il suo spadone nero.

Ci tolgono tutto, fedeli: la Creazione in sei sacri giorni è stata sostituita con una cosa lunga miliardi d'anni, piena di protoni, bosoni, materie oscure e senza l'ombra di una prova! Bugiardi incalliti, pensano davvero di poterci sconfiggere realizzando una macchina per big bang sotto il culo degli svizzeri?

E perché nessuno parla del nostro esperimento di ricreazione dell'Eden?

Avevamo preso una donna e uno uomo e li abbiamo buttati in una giungla incontaminata, piena d'acqua e di cibo. Potevano vivere il vero amore di Dio, capite? Dovevate vederli! Felici, puri, ingenui. E poi, ecco arrivare il serpente tentatore, nella figura di un presidente americano negro. Quello gli ha parlato un po' e il nostro Adamo, di botto, ha preso ad esigere pompini con l'ingoio pure dai licaoni e la nostra Eva ad accettare sborrate anche sul piloro.

E sapete che? C'hanno ragione loro.

Ci si vede, sfigati.

Cardinal Gonzalez Errante de la Malafuega

***

Napolitano

Es un presidiente de mierda ma es el nuestro presidiente”

Giorgio Napolitano ha una bella carriera alla spalle: iscritto al Partito Comunista, nel 1956 difese l'aggressione sovietica (criminale, omicida e degna di un format Endemol) ai danni dei rivoltosi di Budapest. Adesso però dice che ha cambiato idea e che credeva che l'Ungheria fosse popolata da salami e quindi chi se ne frega se ne uccidi un po', tanto sono già molto morti.

Di seguito, negli anni Ottanta, mentre Berlinguer parlava di questione morale e dei partiti come entità oscure in grado di privatizzare di fatto la res publica, il buon Giorgio si unì alla corrente “migliorista” del Pci. Che è quella corrente che avrebbe voluto essere Craxi ma a casa non volevano. A Milano i miglioristi hanno sguazzato non poco nella merda craxiana e poi, bum, Tangentopoli, guarda che sorpresa, rubare è ancora reato, mica lo sapevamo, a noi Togliatti non ce l'aveva detto.

Ora, dopo anni di silenzio, di facce umili e di nèi prominenti, eccolo al Quirinale, che sarebbe poi la casa del presidente della Repubblica.

Napolitano è un uomo stanco, i suoi occhi hanno visto cose che non possiamo nemmeno immaginare. Oggigiorno si accontenterebbe di una buona pensione, un frisbee e il recupero del rapporto con sua moglie Clio (ultimamente un po' in crisi, anche se va precisato che le voci che la indicano come protagonista di alcuni filmati amatoriali di tipo granny sono infondate).

Napolitano credeva che fare il presidente della Repubblica fosse una cosa semplice: “Faccio questo, poi sarò vecchio, mi fanno senatore a vita e buonanotte a tutti”. Mica vero, se al governo c'è Silvio e la sua allegra cerchia di lestofanti. Quelli mica vogliono andare in galera, mica vogliono impoverirsi – anzi, sono in politica proprio per evitarlo! – e mica vogliono smettere di scopare soubrette vogliose, crisalidi di ministre che verranno. E tu, capo dello Stato, devi fare in modo che quelli si trovino bene. Farlo è piuttosto semplice, dopotutto: basta firmare quello che ti passano. Non importa quale sia il provvedimento, se un lodo Alfano, un legittimo impedimento o il ddl sulla depenalizzazione dello stupro ai danni di minori se il minore in questione è una liceale con le tette sulfuree.

NON

IM-

PORT-

TA.

Tu dovrai comunque firmare, vecchietto, perché loro sanno che non hai le palle di rovinarti la vita, che vuoi solo gustarti la tua pensioncina, lontano dai fatti d'Ungheria e dai craxismi vari ed eventuali, vicino all'amata Clio, per portarla via da questo mondo malvagio dove il premier ti minaccia con il richiamo ad una rivolta di piazza che non esiste – e lo sai – ma sei vecchio, stanco e hai paura anche del pennacchio dei tuoi corrazzieri, quindi ci credi e a volte hai perdite imbarazzanti sulle mutande.

Nonostante queste pressioni Napolitano alza spesso la voce: lo fa per chiamare al dialogo i partiti, per placare la magistratura faziosa che vorrebbe arrestare chi delinque, richiamando all'Unità d'Italia senza scartavetrare lo scroto diMaroni, Zaia o un leghista random. E i giornali parlano bene di lui; lui è felice; Clio dice che in foto viene bene.

Quando è veramente arrabbiato esce di casa e lancia un monito. Lo lancia e lo guarda andare lontano, senza che nessuno se ne accorga. L'ultima volta ha ucciso un bambino, colpendolo in testa con uno dei suoi moniti (era un monito particolarmente pesante e appuntito). Il piccolo non ce l'ha fatta ma hanno subito messo il segreto di stato su tutto.

Però quel bambino è morto!

E anche Maurizio Mosca non scherza.

1 commento:

  1. Uh, quando ho letto sull'Avvenire che la cellula 'sintetica' assemblata da C.Venter non era vita ma una macchina elaborata, mi son chiesto ma con quale faccia di merda. Poi mi sono ricordato della colonna sonora di The Mission usata per spacciare il 5permille e mi sono risposto: con Quella faccia di merda.

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