mercoledì 10 novembre 2010

Saviano, il "papa straniero" e i baffetti di Luca Telese

Viviamo in un paese unico, in cui una persona non fa in tempo a raggiungere un alto livello professionale che subito viene cantata dalle sirene dell'eroismo. Gli italiani non cercano politici o amministratori capaci ma dei Mandrake del tutto e subito: i problemi sono tanti e urgenti, le soluzioni razionali a lunga durata snobbate. Si preferisce aspettare al varco l'Uomo della Provvidenza di turno (reale o meno), per scaricargli addosso quel macigno di responsabilità normalmente collettive e sentirsi subito leggeri, fuori causa. Un procedimento facile, non c'è che dire, ma non molto fruttuoso – per capirlo, basta guardarsi attorno.

Questo eroismo di massa colpisce anche Roberto Saviano, scrittore e giornalista che per il suo Gomorra rischia la vita, minacciata dai casalesi. In un altro paese, sarebbe un intelletuale ascoltato, rispettato e temuto; nel Belpaese invece, no. O meglio, non solo. Al di là delle critiche de il Giornale e Libero (di cui abbiamo già parlato qui), lo scandalo è che sempre più persone aspettano e sperano un suo impegno politico.

“Candidati!”, “Cambia questo paese!”, gli supplicano, sentendoci già più leggeri ed esterni al problema.

Tale discussione schizofrenica è approdata oggi anche nelle pagine del Fatto Quotidiano, dove, due giorni dopo il successo del programma Vieni via con me dello scrittore campano e Fabio Fazio, Sandra Amurri e Luca Telese dicono la loro sul suo possibile futuro. La prima, sperando nella trasformazione da scrittore in politico; il secondo rifiutandola e criticando alcuni aspetti della trasmissione. La sublime tenzone ha del ridicolo: non solo per i baffetti di Telese, ma per quanto il problema sia completamente travisato. La fallacia sta tutta nel volere infondere in Saviano l'aura da politico, come fa la Amurri, che propone il duo Vendola-Saviano per vincere Berlusconi; o come fa Barbareschi, sempre nel Fatto di oggi (“il suo populismo è uguale, speculare, a quello di Berlusconi”).

E mai che in tutto questo, sia stata chiesta l'opinione dell'interessato, Saviano. Basterebbe una domanda: “Si vuole candidare?”, a cui seguirebbe la prevedibile risposta: “No, grazie”. Ma tale ragionamento, in un paese sempre più simile ad un Bar Sport con 60 milioni di clienti borbottanti, non viene tollerato. L'opinionismo di massa, ben più grave del famigerato qualunquismo, governa tv e stampa, crea mondi irreali, legittimandoli giornalisticamente. In breve tempo, la realtà virtuale del Saviano-forse-diventa-politico si sostituisce a quella originale, dimenticata e ormai noiosa. Che una persona si limiti a dire la sua opinione con successo, non è previsto tra le mura italiche. Se entri nell'ambiente, devi far parte dell'ambiente – “altrimenti che ci stai a fa'?”.

È il succo del pensiero amurriano, per esempio, che parlando del ticket Vendola-Saviano, si commuove un pochino:

Seppure le loro storie siano diversissime, in comune hanno molto. Soprattutto quelle capacità “narrative” di smuovere le coscienze con la forza delle parole. (…) Due facce di una medaglia di nuovo conio per conquistare il futuro. È così pazzesco sognarlo?

No, Sandra, è pazzesco solo pensarlo. Vendola è un politico, Saviano uno scrittore. Che quest'ultimo poi sia bravo, impegnato e preziosissimo, tanto meglio per la sua carriera e la sua vita (che ci auguriamo duri altri cent'anni, alla faccia della Camorra).

Ecco quanto siamo caduti in basso: la perenne ricerca dell'Uomo Giusto, del “papa straniero” che arriva in città e porta gioia e caramelle a tutti, non è dissimile dal discorso del berlusconiano doc: “Silvio mi piace perché non è un politico, è un uomo del fare”. Il fatto che la politica si possa alimentare da sola, sfornando politici credibili e onesti, in Italia è pura fantascienza, per vari motivi: l'andazzo della Prima Repubblica e le sue ruberie; le leggi ad personam, gli inciuci e le cricche della sedicente Seconda Repubblica; e soprattutto la terribile Sindrome del Tassista Romano.

Tale patologia (STR) prende il nome dagli allegri tassisti della Capitale, sempre così sicuri delle loro opinioni e così vicini dal Pensiero Politico Totale. Il discorso tipo del malato di STR comincia con affermazioni: “Secondo me basterebbe poco per mettere le cose apposto”, a cui seguono, a seconda dell'orientamento politico, progetti per costruire nuovi lager o di soviet fucsia governati dal volemmosebene.

La nostra penisola è malata di false speranze, troppo lontano dalla vera politica che è realismo e programmi. La vera rivoluzione sarebbe mandare al diavolo la ricerca del “papa straniero” (mi dispiace, Ezio Mauro) e valorizzare i bravi “vescovi locali” che albergano quasi clandestinamente molti partiti. Ma è pensiero razionale, terra-terra: vuoi mettere continuare a masturbarsi aspettando la venuta del Messia o, ancora meglio, eleggendone uno ad ogni ventennio, per poi applicarlo a qualche palo, voltando supersonicamente gabbana?

“Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”, diceva Bertold Brecht, riassumendo senza volerlo la Storia d'Italia in nove, fottutissime, parole. L'Italia non solo macina un falso eroe dopo l'altro, ma quando ne trova uno, lo mette subito in difficoltà, vestendolo di cariche assurde. È successo con l'autore di Gomorra, con Falcone (come spiegato da Saviano stesso), succede spesso con Marco Travaglio (il cui unico “torto” è quello di fare il giornalista), con Di Pietro (che ha scovato i topi della Prima Repubblica), Beppe Grillo e così via. Succederà ancora: magari con Marco Carta o il pupazzo Uan.

L'idea che un bravo professionista possa continuare a fare il suo lavoro fin quando cazzo vuole, continuando ad esercitare il suo pensiero, sembra non passare. Se Gesù tornasse sulla Terra e volesse predicare nell'Italia del 2000, sarebbe costretto a recarsi dal notaio per fondare un suo partito, altrimenti nessuno lo ascolterebbe. E, ne siamo certi, il Cristo preferirebbe ritornare in croce.

Così, solo per farci un meritato dispetto.

6 commenti:

  1. Un motivo è che siamo un popolo di sudditi.
    Via la monarchia, "Brutta! Ci ha portato in guerra, io non ce la volevo la mia Italia in guerra, nemmeno quando urlavo 'Duce! Duce!' ascoltando le decisioni irrevocabili" è arrivata la Repubblica, il potere è del popolo e bisogna interessarsi in prima persona. Ma costa troppa fatica, di chi fidarsi poi?
    Qui viene il secondo motivo, siamo un popolo di tifosi.
    Se ne sceglie uno e si va avanti a muso duro. Quanti ne ho sentito "e lasciami votare Berlusconi, chi ti ha detto niente perché tifi un'altra squadra o non ascolti quella musica di merda(tipicamente non house)" O_o
    Ma anche tra i non berlusconiani il fattore-tifo è devastante, il tifo politico è l'ideologia senza ideologia: è infilarsi una supposta quando esiste la pastiglia. Questo quando perdi ti porta a risvegliarti deluso dopo anni passati a votare un settantenne che urlava 'lavovatovi' con la voce attutita dal cachemire, ed è scioccante. Come quando trovano le riviste porno che nascondevi nel cassettone dell'avvolgibile, mentre siamo nell'epoca dei porno in divx. Ecco, l'elettore di sinistra italiano ha deciso di punire la sinistra dopo i suoi errori, ma quando ha deciso di cambiare e andare avanti, è insomma chi cova il rancore e lo sfoga sputtanando suo fratellino che aveva premura di cancellare youporn dalla cronologia.
    Sia chiaro che con sinistra non mi riferisco al pd e a Veltroni. Veltroni è lo zio che dice a tua madre che in fondo sono cose naturali, ma che per espiarle la convince a mandarti dritto tra le grinfie di un prete con cui lui ha deciso di 'instaurare un dialogo'.

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  2. Certo, Mr. Grass, ma il post aveva il focus sulla questione Uomo della Provvidenza. Per una sociologia degli italiani completa ci vorrebbe un libro. A tal proposito, l'ultimo di Severgnini non è affatto male.

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  3. E io che ho criticato per anni i miei concittadini napoletani per la loro inerzia tra un miracolo di san gennaro e un'eruzione del vesuvio...mi sa che abbiamo attaccato l'attesa del chissàcosa a tutta la nazione..unita alla nuova moda del politico del miracolo si crea un mix sociale micidiale: ALLE PROSSIME ELEZIONI O SI PRESENTA SUPERMAN O SIAMO FOTTUTI, TUTTI

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  4. ho divagato in modo un po' cazzone dopo aver espresso la mia idea in modo troppo sintetico all'inizio:
    La democrazia va vissuta, sofferta e sopportata, facendosi il sangue amaro molto spesso. Per accontentarsi del re (quello vero, non il pupazzo vestito buffo che prende i soldi dalle visite nei palazzi) e dare la colpa agli altri di tutto non serve grande fatica, e in questo tantissimi italiani si accontentano. Però vanno a votare, e votano per quello che più sta vicino a questa idea del "ghe pensi mi, tu dormi tranquillo e compra la tv 40pollici full-hd a rate, così gira il grano e in cambio guardi la figa, anche al tg".
    Tra l'altro Saviano stesso non sta più intercettando la fame del nuovo messia, ma la fretta della sua sostituzione, che accade appena fa la prima cosa che ti fa storcere il naso, svegliandoti dal sogni che ti eri fatto, tipo Saviano eroe un po' Optimus Prime anticamorra, un po' Sasha Grey un po' He-Man con la sua lunghissima spada di fuoco. Ma nessuno è così, quindi prima Saviano è un eroe, poi scoprono che è proisraele quindi è merda, dunque va boicottato, in barba alle citazioni di Voltaire quando non mandano in onda Annozero. Il mio sogno invece inizia con Travaglio che finalmente possa votare con convinzione a destra, che vorrebbe dire tante cose sull'intero panorama, ma è un sogno che sarà spezzato in pochi minuti, il tempo che qualcuno che oggi lo idolatra prenda a (ri)chiamarlo sbirro.

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  5. Ti quoto, federico.

    Comunque questo post era troppo serioso, forse. Domani si ricomincia con la figa e la merda. Promesso.

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  6. JG ha fatto un'analisi commovente (nel senso della disperazione che provo) della situazione elettorale della sinistra.

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