sabato 30 ottobre 2010

Quanto è troia Cappuccetto Rosso

Vivo a disagio, e non sono sicuramente il solo, questa fase bestiale del bipolarismo. Vivo a disagio la riduzione della lotta politica all’orgia e al sesso cantato, ma anche l’irresponsabilità di chi offre pretesti generosi, confondendo da ambo le parti ruoli pubblici e fatti privati. La spazzatura cresce e copre la realtà.
Marcello Veneziani ha le idee chiare: il sequel del Vagina-gate berlusconiano non è farina esclusivamente del sacco del Cavaliere e dei suoi ormoni grossi come Mangano. No, qui è il sistema a non andare. Dannato bipolarismo, la cui "fase bestiale" (subito successiva a quella anale, immagino) spinge misteriosamente l'angioletto d'Arcore ad incularsi moltissime donne, che siano prostitute, suore badesse o agenti nordcoreane, quando in realtà vorrebbe semplicemente rimanere vergine, sazio solo dell'amore del Suo popolo.

Che il commento di Veneziani di oggi sul Giornale fosse un qualcosa di disumano, l'avevo dedotto sin dal titolo ("Meglio l'orco dei suoi aguzzini"), una formuletta magica che rovescia millenni di tradizione fiabesca e ti fa capire che:

  • Capuccetto Rosso, dopottutto, era una troia;
  • il Lupo Cattivo un imprenditore buono e amante della bella vita;
  • la Nonnina una ninfomane strafatta di crack.

Ma il contenuto è anche meglio. Marcellino, quando gioca a fare l'intellettuale, fa sul serio e lascia che la verve polemica lo libri in aria, dove forgia editoriali appassionati battendo a macchina nell'iperuranio:

La fabbrica del letame lavora in continuazione; a volte produce concime artificiale, a volte fa pagare dieci volte tanto il concime naturale che il circo del potere fornisce.

Sotto questa poetica metafora densa di letame sta il motto di via Negri: ispezionate la merda, se non trovate niente, mangiatevela.
Pochi scherzi, comunque: il nostro Veneziani è affranto, disilluso. Essendosi autoconvito che il problema siano i media che parlano dello scandalo e non chi nello scandalo ci sguazza, il nostro uomo vaga confuso, pensando anche al peggio.

Sto pensando sul serio, anche se vivo di quel che scrivo, di ritirarmi e di non occuparmi più di queste cose. (...) L’accanimento è feroce e velenoso, ed è forse l’unica ragione che porta alla fine a preferire l’orco ai suoi aguzzini; ma sono stanco di parlarne, non voglio più discutere di zoccole, toghe e questurini.

"Preferire l'orco ai suoi aguzzini?" Stiamo parlando di Avetrana o del Bordello Grazioli? E poi, caro Veneziani, se non vuoi più discutere di "zoccolo, toghe e questurini", dovresti allontanarti da un partito guidato da un puttaniere pluri-indagato, per prima cosa.
Volteggiando in aria per una cartella o poco più, Marcello Veneziani riesce a non tangere il cuore della questione (lo scandalo sessuale) per concentrarsi sulla morbosità dei media (fin troppo cauti in questo caso, se confrontati con quello che quelli americani fecero a Clinton per una fellatio) e - ca va sans dire - sul "giudice " Marco Travaglio e il suo tribunale mediatico Annozero.

A nulla serve spiegare che B. andrebbe a prostitute con o senza Annozero, Santoro, Travaglio e Veneziani stesso.
Ma la delusione è troppo grande, il nostro intellettuale non la sopporta più e sbraca nell'invettiva ultima:

Se questa è la democrazia, detesto la democrazia, se questa è la libertà d’informazione, mi vergogno della libertà e dell’informazione.
Bravo Marcello, il passo più importante è riuscire a confessarselo.




1 commento:

  1. poveretto, non si è ancora accorto che siamo nell'era del bunga bunga
    catunga
    ma si adeguerà
    pe' campà

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